F1, GP Messico: Hamilton Campione del mondo

Pubblicato il 29 ottobre 2017 alle 23:24:40
Categoria: Notizie Motori
Autore: Marco Santoni

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Lewis Hamilton si laurea Campione del Mondo di Formula Uno per la quarta volta in carriera. Il britannico conquista il titolo al termine del Gp Messico con due gare d'anticipo. La gara viene fortemente condizionata dal contatto alla partenza tra i due rivali per il titolo mondiale (Hamilton e Vettel), costretti entrambi a fermarsi ai box nel corso del primo giro lasciando pista libera all'imprendibile Red Bull di Verstappen che taglia per primo il traguardo al termine di una gara dominata. Il britannico deve accontentarsi del nono posto ma è più che sufficiente per vincere il Mondiale. Chiude al quarto posto Sebastian Vettel che cerca una clamorosa rimonta ma senza fortuna. Completano il podio la Mercedes di Bottas e la Ferrari di Raikkonen.
 
HAMILTON CAMPIONE! A lui questa vita piace, a maggior ragione se alla fin fine dimostra sempre di avere ragione. Lewis Hamilton è campione del mondo per la quarta volta in carriera, un traguardo precedentemente raggiunto da soli altri quattro esseri umani. Dopo Michael Schumacher, dopo Manuel Fangio, ed a fianco di Alain Prost e Sebastian Vettel, oggi c'è anche Lewis Carl Hamilton.
 
A Lewis vincere piace, e ci mancherebbe, ma oltre alla F1 è attratto anche da altro, moda, musica, vita mondana. Cosa che gli ha creato qualche critica, soprattutto nella stagione della cocente sconfitta contro Rosberg l'anno scorso, ma in generale a lui piace far così, e può permetterselo se poi dimostra di avere ragione, se dimostra che anche così è possibile battere Sebastian Vettel e la Ferrari. In fondo, quello che va in pista a riscrivere i record di pole, e che sogna di fare altrettanto in fatto di vittorie di Gp e di titoli, è lo stesso che perde tempo davanti all'armadio per scegliere come vestirsi, che si presenta con cappellino e catene al fianco di Neymar alle partite dell'Nba, che balla in costume “appiccicato” a Rihanna alle Barbados. Ed è pure quello che condivide tutto su Instagram, compresa la sfida alla playstation con il compagno Bottas durante una bandiera rossa in qualifica (come cambiano i tempi: gente come Hunt ne approfittava per “invitare” in roulotte qualche ombrellina). Per intenderci, un tipo di pilota, e di persona, lontanissima dalla figura di Michael Schumacher, professionista fino al midollo, esempio sovrumano di dedizione al lavoro, che si concedeva solo un piatto di tagliatelle e qualche bicchiere in più solo a titolo vinto, e solo per un giorno.
 
Lewis è diverso in questo, vive calato nell'era moderna di cui è sincero appassionato, ed è forse l'unico tra i piloti di F1 di oggi a poter essere considerato star anche fuori dai circuiti. Però si dimostra anche un romantico delle corse di una volta, inneggiando alle sfide ruote a ruota tra Senna e Prost ed auspicandole di viverne di nuove, così come diceva circa due anni fa, quando augurava a Seb Vettel di avere una vettura competitiva per potersi divertire a duello con lui. In questo 2017 è stato accontentato, con incontri ravvicinati tipo Barcellona, Baku, Spa ed Austin. Un po' per fare il personaggio, un po' perchè per essere ricordati non servono solo i titoli ma anche qualcos'altro di speciale che Lewis sa benissimo di dover regalare al pubblico per non essere mai dimenticato. Spesso poco elegante con il vecchio amico Nico Rosberg, con Vettel ha sempre avuto un rapporto diverso, forse perchè con un pizzico di arroganza reputava e reputa Seb al suo livello, non Nico. Che però, l'anno scorso si è preso la bella soddisfazione di batterlo e piantarlo in asso, cosa che a Lewis brucia tutt'ora e che probabilmente sempre brucerà.
 
Ma potrebbe anche vederlo come il regalo di un amico, il quale gli ha dimostrato che a volte il talento da solo non basta, ma che serve anche un lavoro introspettivo di un certo livello. Anche se Lewis non lo ammetterà mai, il 2016 è stata una lezione di vita e per certi versi anche di stile, un passo verso una maturità uscita fuori completamente solo nella seconda parte di questa stagione, dopo che nella prima aveva vissuto amnesie e vecchi fantasmi (Sochi, Monaco) sintomo di un'emotività eccessiva per il personaggio che è. Il limite, in più di un'occasione, è stato proprio questo: se non c'era intorno a sé fiducia incondizionata, Lewis si perdeva. E non è un caso che quest'anno, quando dopo il Belgio la Mercedes ha chiarito di non reputare più Bottas un candidato al titolo, Lewis si sia praticamente trasformato. La Ferrari ci ha messo del suo, ma la cavalcata post-agostana è stata obbiettivamente impressionante. Lewis, qualche volta è altalenante, ma micidiale in tante altre occasioni. E' così, prendere o lasciare.

A cura di
Matteo Novembrini