L'unica certezza al momento è che Nico Rosberg arriverà a San Paolo, al penultimo appuntamento, in testa al mondiale. Tutto il resto è ancora da vedere, perché niente è scontato in un finale di campionato più acceso del previsto. Niente è scontato con un inseguitore come Lewis Hamilton, niente è scontato in un mondo che corre al limite, in cui a volte, anche i dominatori, possono incappare in inconvenienti, vedi Mercedes con Hamilton in Malesia.
Nico Rosberg resterà leader almeno fino in Brasile grazie ai suoi 26 punti di vantaggio sul compagno, che ha accorciato le distanze ad Austin ma che sa non potrebbe bastare, in quanto a Nico bastano altri due secondi posto ed un terzo per portare a casa il mondiale. Lewis lo sa e spera in un colpo di scena, magari lo stesso che è capitato a lui a Sepang, perché in quel caso le sue chanches di vittorie tornerebbero a farsi molto più numerose. E' anche vero però che in inconvenienti può incappare lo stesso Lewis, e questo fa sì che Nico si ritrovi, per la prima volta in carriera, ad avere un match ball per l'alloro iridato: se il tedesco vince e l'inglese non marca punti, il titolo andrà al figlio di Keke. Ipotesi poco probabile, ma pur sempre possibile.
Restando comunque una possibilità remota, è più facile attendersi un Gp del Messico simile a quello andato in scena negli States, con Hamilton pronto ad attaccare e Nico a gestire una situazione che via via che le gare passano si fa sempre più positiva per lui. A Città del Messico Mercedes ovviamente favorite, su una pista “a metà”: sono lunghi i tratti in rettilineo su cui vale la potenza del motore, ma trazione ed efficienza aerodinamica la faranno da padrone nei tratti guidati, quelli che vanno dalla curva 7 alla 11 e dalla 12 alla 17, entrambi una serie di curve una dopo l'altra, con la prima ad esaltare la scorrevolezza della vettura e la seconda a richiedere una grande trazione. Ci può stare quindi di vedere gli stessi valori in campo visti ad Austin, con Red Bull e Ferrari pronte a giocarsi il podio e sognare un colpaccio. Per quello però, è probabile che ci voglia qualche colpo di scena.
Il circuito Rientrato in calendario la scorsa stagione dopo 23 anni di assenza, il Gp del Messico si corre sul rinnovato circuito di Città del Messico, nell'impianto che porta il nome dedicato ai fratelli Rodriguez. Il tracciato, che si trova a 2300 metri di altezza sul livello del mare (la rarefazione dell'aria a questa quota comporta delle ripercussioni su motore ed aerodinamica), misura 4304 metri e conta 17 curve.
Albo d'oro Quella del 2016 sarà la 17° edizione del Gp del Messico valida per il mondiale. L'albo d'oro dice che i più vittoriosi su questa pista sono Jim Clark, Nigel Mansell e Alain Prost, tutti a quota due, mentre a uno troviamo Gurney, Ginther, Surtees, Graham Hill, Hulme, Ickx, Berger, Senna, Patrese e Rosberg, unico dei piloti in attività a vantare un successo in Messico. Tra i team, 3 vittorie per Lotus, McLaren e Williams, 2 per la Ferrari ed una a testa per Brabham, Honda, Cooper, Benetton e Mercedes.