Bernie Ecclestone è l'uomo che più di tutti ha cambiato la Formula 1, rendendola quel circo globalizzato, multimilionario e multietnico che è oggi. Fiuto unico per gli affari, capo supremo della massima espressione a quattro ruote, per quasi 40 anni ha gestito tutti gli aspetti commerciali della F1, trasportandola dalla fase primordiale a quella modernissima di oggi.
Eppure, quello che avvenne 60 anni, niente ha a che vedere con quel piccolo uomo che pochi anni dopo si sarebbe ritrovato a gestire corse e soldi. Nel maggio del 1958 Bernard Charles Ecclestone è un 28enne inglese, uno dei tanti che in quegli anni, nel dopo guerra, prova a fare la sua fortuna con le corse, sia come pilota che come imprenditore. Come pilota ha qualche trascorso nel motociclismo ed in Formula 3, gare pagate grazie alla sua attività di compravendita di pezzi di moto. Bernie è uno dei tanti “garagisti”, come Enzo Ferrari definiva chi si presentava in F1 acquistando macchine e motori da altri costruttori. Ha fiuto ed intelligenza il signor Ecclestone, troppo intelligente per non capire che con gli affari lui ci sa fare molto più che con un volante tra le mani. Il primo contatto con la Formula 1 è nel '57, come manager del coetaneo Stuart Lewis-Evans.
Dicevamo del maggio 1958, giorno 18, quando Bernie prova a fare il grande passo, acquista delle Connaught e si presenta alle pre-qualifiche del Gran Premio di Monaco. Sono i tempi in cui con pochi soldi si può fare un tentativo, così mette su una squadra, chiama due piloti, l'americano Bruce Kessler e l'inglese Paul Emery. Nella testa di Bernie, però, si materializza la meravigliosa follia: provare lui stesso la qualificazione alla gara. Si mette casco, tuta e sfida i suoi stessi piloti, ma il verdetto del cronometro è crudele: nessuno dei tre è qualificato, si torna a casa.
La storia di Bernie Ecclestone comincia così, con un fallimento. Niente a che vedere con i successi con la Brabham oppure la montagna di soldi che gli frutteranno i diritti tv. Oggi ha quasi 88 anni, si gode la vita con l'entusiasmo di un ragazzino ed ha un patrimonio di oltre due miliardi di sterline, ma anche per lui, a suo tempo, la F1 fu crudele. Forse, se 60 anni fa Bernie fosse riuscito a qualificarsi ed a correre il Gp, avrebbe sperato di poter fare qualcosa in più come pilota e magari avrebbe battuto più questa strada che quella del manager. Ma la storia, buon per lui, è andata diversamente.