Il Mondiale in uno scatto. Quella fotografia che da sola può rappresentare tutto il Mondiale 2015 e divenirne l'immagine simbolo di questa stagione. Quella di un Lewis Hamilton che si infila alla prima curva di Suzuka e che costringe Nico Rosberg a farsi da parte. Può essere l'immagine simbolo dell'affermazione del primo e della resa del secondo.
In quella prima curva di Suzuka potrebbe essersi risolta più di una semplice gara. Un attacco così deciso potrebbe significare tanto psicologicamente per i due contendenti al titolo, proprio nel giorno in cui Rosberg, il cacciatore, doveva tirare fuori l'orgoglio e sferrare il contrattacco, finendo invece per farsi nuovamente battere da Hamilton, oggi lepre più che mai. Tanto lepre che per molti ormai i giochi sono fatti. In effetti la situazione è critica per Nico, che è chiamato agli straordinari per protrarre la lotta per il titolo fino all'ultima gara. Lewis si è mostrato troppo superiore quest'anno e come prevedibile si presenterà a Sochi, per il prossimo Gp, con l'intenzione di infierire su un avversario che ormai sembra essersi arreso. Un'altra vittoria dell'inglese sarebbe un colpo di grazia, mentre una risposta del tedesco potrebbe riaprire in parte il discorso, anche se sarebbe comunque difficilissimo togliere lo scettro al campione in carica.
C'è però chi va a Sochi con l'idea di non essere il terzo incomodo. Questa è la Ferrari, che in Russia dovrebbe trovare una situazione in generale più favorevole che in Giappone. Per prima cosa, visto il bassissimo degrado accusato dalle gomme di gradazioni intermedie dell'edizione 2014, la Pirelli ha scelto di portare a Sochi le gradazioni più tenere, la Soft e la SuperSoft, con le quali la Sf15-T si trova meglio. In più, il tracciato ha caratteristiche più simili a quelle di Singapore, vale a dire varie curve a gomito e da trazione, sulle quali la Rossa ha saputo esaltarsi. La Ferrari spera di infastidire la Mercedes, su una pista che vede le W06 sulla carta in vantaggio ma forse non così distanti.
La Williams invece, che lo scorso anno in Russia sfiorò la pole e salì sul podio con Bottas, spera di dare il meglio di se nei tanti allunghi che la pista offre, per esaltare una delle caratteristiche vincenti delle Fw37, la bassa resistenza aerodinamica che fa volare le vetture sponsorizzate Martini nei tratti veloci. Ci può stare quindi una bella battaglia, e serve ad una pista che lo scorso anno non aveva reso troppo contenti i vari piloti.
IL CIRCUITO - Dopo vari tentativi andati a vuoto, e addirittura dopo 100 anni l'ultima gara corsa in terra russa datata 1914, nel 2014 la Russia è riuscita a debuttare ufficialmente in F1. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, le corse in Russia furono abbandonate e l'Unione Sovietica non ha mai puntato sull'automobilismo, nonostante un approccio negli anni '80 di Ecclestone, che poi virò sull'Ungheria. Quella che dopo così tanto tempo si è riusciti a costruire a Sochi è una pista molto lunga che misura 5.853 metri (è la terza più lunga del mondiale dopo Spa e Silverstone) e conta 19 curve. L'autodromo sorge al Sochi Olympic Park, il complesso che ospitò le Olimpiadi Invernali del 2014.
L'ALBO D'ORO - E' fin troppo facile scorrere l'albo d'oro del Gp di Russia, che vanta una sola edizione, quella dello scorso anno, che fu vinta da Hamilton con la Mercedes, la quale, in quell'occasione, grazie anche al 2° posto di Rosberg, portò a casa il primo titolo Costruttori della sua storia. Curiosamente, anche le edizioni, ovviamente non valide per il mondiale che all'epoca non esisteva, del 1913 e del 1914 furono vinte dalla Mercedes, rispettivamente col russo Georgy Suvorin e col tedesco Willy Scholl.