F1, Gp Singapore: Ferrari, che succede?

Pubblicato il 17 settembre 2018 alle 12:14:34
Categoria: Formula 1
Autore: Matteo Novembrini

Un mondiale accarezzato con delicatezza tra le dita, ma si è alzato il vento ed il mondiale adesso va inseguito, fino alla fine della strada, prima che come un pezzo di carta in volo nel cielo non diventi irrecuperabile. Questa, se vogliamo, la fotografia della Ferrari dopo Singapore.

Ricominciare a correre, adesso e più di prima, perchè ormai c'è ben poco da perdere. Numeri duri e amari: 40 punti di ritardo nel Piloti, 37 nel Costruttori. A sei gare dalla fine, l'impresa adesso si fa dura, sebbene in Ferrari non vogliano sentire la parola impossibile. Si continuerà a lottare, perchè questo dice il DNA della Scuderia nei suoi 71 anni di storia, ma prima di combattere c'è da fare altro: capire.

 

 

Capire perchè in qualifica le hypersoft non siano andate in temperatura, capire perchè anche in gara non c'è stata trippa per gatti. E magari darsi una spiegazione plausibile sul perchè Vettel sia stato chiamato così in anticipo sottovalutando il traffico che come immaginabile può far solo danni, con Seb che va ai box per passare Lewis e che invece si ritrova passato pure da Verstappen. Forse la Ferrari, vedendo Lewis allungare, ha scelto di giocarsi la carta dell'undercut prima che il distacco dall'inglese fosse troppo grande, come poi alla fine si è rivelato essere, ma così facendo ha commesso un errore strategico da non commettere mai più.

Le ultrasoft, comunque, non hanno garantito nell'immediato quella prestazione che in Ferrari si auguravano di avere, poi a Vettel è stato detto di gestire per evitare una seconda sosta che avrebbe cacciato Seb in sesta posisizione. Un brutto colpo per la Rossa che a Singapore ha vissuto al pari di Barcellona il fine settimana più duro del campionato. Vettel deve rispolverare la sua versione migliore, la squadra intervenire laddove può ancora far qualcosa, non solo in fabbrica ed al simulatore ma anche al muretto, dove ora non si può più sbagliare una mossa. Tutto questo serve per ricucire un distacco importante, non insormontabile ma quasi, e continuare ad alimentare la fiammella del sogno iridato: adesso o mai più.