La battaglia è tutt'altro che finita, Monza è stata una brutta batosta ma guai a farsi prendere dal panico, Vettel docet. L'imperativo per la Ferrari è dimenticare il Gp d'Italia e presentarsi di nuovo agguerrita a Singapore, pista che sulla carta sorride alle caratteristiche della SF70-H.
La fiducia viene innanzitutto proprio da questo, cioè che le piste di Monza e Marina Bay sono completamente diverse, velocissima e di motore la prima, tortuosa, tecnica e guidata la seconda, dove il telaio ha molta più valenza della power unit. Caratteristiche simili al tracciato di Budapest, dove la Ferrari è andata fortissimo e sulla quale avrebbe potuto vincere con un bel po' di vantaggio in gara se solo Vettel non avesse avuto il guaio allo sterzo e Raikkonen non fosse stato costretto a guardare le spalle al compagno in difficoltà. In sostanza, dovrebbe essere un fine settimana molto diverso da quello di Monza, questo senza sottovalutare la Mercedes, che sarà ovviamente lì a dare filo da torcere per il mondiale, anche perchè dalla squadra filtra un certo ottimismo nell'aver risolto i problemi che avevano afflitto le W08 a maggio a Montecarlo e nell'aver migliorato la performance su piste simili appunto all'Hungaroring ed a Singapore.
Per una volta però potrebbe essere lotta a tre, con la Red Bull che dopo la buona prestazione in Lombardia conta di essere lì a giocarsi la vittoria, anche alla luce dei miglioramenti avuti sulla vettura dal Belgio in poi e quelli sul motore in Italia. Forse, da qui a fine anno, quella di Singapore è la miglior occasione per Ricciardo e Verstappen di competere per il successo, ed il team di Milton Keynes ha le sue buone ragioni per provarci e per sperare, a maggior ragione in una corsa che di solito, tra safety car ed incidenti, regala più di una variabile. Sul fronte gomme, come era lecito aspettarsi per un tracciato cittadino con bassi livelli di usura, la scelta è abbastanza in linea per tutti i team, che si sbilanciano sulla ultrasoft. Dieci treni per Ferrari e Red Bull, nove per Mercedes, con Verstappen e Ricciardo che optano per un treno di soft e due di supersoft. Scelte diversificate invece per gli altri due top team, con Vettel che avrà a disposizione due “gialle” ed una “rossa” (il contrario di Raikkonen), mentre Bottas porta tre supersoft (unico tra i top team) ed una soft, mentre Hamilton bilancia la scelta e fa due e due. Oltre alla strategia in sé, sarà importante avere anche una certa “elasticità” ed essere in grado di reagire durante la gara agli imprevisti che una corsa su un tracciato così può sempre riservare.
Il circuito: il tracciato di Singapore è probabilmente quello più difficile dal punto di vista fisico per i piloti, per vari motivi: l'umidità è elevatissima, e questo fa perdere molti liquidi ai piloti (negli ultimi anni qualcuno ha anche patito qualche crampo), il disegno della pista è molto tortuoso, con tante curve in successione e solo due rettilinei non troppo lunghi sui quali "rilassarsi", e spesso si arriva al limite delle due ore di gara. Detto questo, ecco i numeri: 5065 metri e 23 curve. Albo d'oro: nove edizioni in tutto per il Gp di Singapore, ma solo quattro piloti sono riusciti a trionfare al Marina Bay. Il re è Vettel con quattro successi, due vittorie a testa per Hamilton ed Alonso, ed un trionfo per Nico Rosberg, quello del 2016. Tra i team tre vittorie Red Bull, due Ferrari e Mercedes, una per Renault e McLaren.
Articolo a cura di Matteo Novembrini