Immaginiamoci solo che razza di vittoria potrebbe essere per lui, per Nico Rosberg. Uno che ha condiviso quasi una carriera con un fenomeno come Lewis Hamilton, uno che gli ha fatto fare i conti con tante, tantissime difficoltà. Duellavano già sui kart, Lewis e Nico, ed entrambi si facevano valere. Le loro carriere hanno seguito percorsi paralleli, intrecciandosi a volte, prima di arrivare allo stesso punto di incontro, un contratto con Mercedes. Lewis già campione, Nico alla ricerca di un titolo che proprio contro Lewis è sfumato al’ultimo Gp del 2014. Così Hamilton aveva preso confidenza bastonandolo nel 2015, ma poi la reazione ed un 2016 fantastico che a 4 gare dal termine fa arrivare Rosberg con 33 punti di vantaggio.
Nico non è mai stato così vicino al titolo e questo lo sa, perché neanche due stagioni fa, quando come detto era rimasto in lizza fino all’ultimo, le cose per lui si erano messe così bene. Ma Nico conosce Lewis da troppo tempo per commettere l’errore di sottovalutare un manico come l’inglese, che ormai non ha più niente da perdere e che correrà senza dover pensare troppo, una condizione che può far spiegare il volo ad uno come Lewis, che ancora non si arrende, consapevole che tutto può succedere, e può succedere ancora quello che a lui è capitato in Malesia. Domenica si corre sulla pista che un anno fa incoronò Hamilton, ma stavolta la situazione è molto diversa, parlando di classifica: è la stessa invece per quanto riguarda le forze in campo, perché le Mercedes saranno ancora le più veloci e la vera domanda sarà chi reciterà il ruolo di seconda forza, ovvero come prima speranza di Lewis di togliere qualche punto a Rosberg.
Il tracciato texano offre un mix corposo di caratteristiche, mettendo insieme lunghi rettilinei e curve sia veloci che lente. Mercedes sarà forte in ogni condizione, la Red Bull dirà la sua nei veloci cambi di direzione del primo settore e nelle curve da trazione dell’ultimo, con la Ferrari che si augura di essere in grado almeno di giocarsi un podio arrivato solo una volta (Vettel 3° a Monza) nelle ultime otto gare. Di sicuro, oltre che alla prestazione, il Cavallino dovrà essere impeccabile anche nella strategia, dopo l’ennesimo errore tattico commesso in Giappone. Ci fosse una gara pazza come quella dello scorso anno, sarebbe bello saperne approfittare.
Il circuito
Quella di Austin è una delle piste più riuscite tra quelle moderne, tanto che si è fatto sin da subito apprezzare, perché bella, larga e soprattutto particolare, con quella sua prima staccata in salita o per quelle curve nella parte iniziale del circuito che sono un misto tra le “esse” di Suzuka e la coppia Maggotts-Becketts di Silverstone, veloci ed in successione. Il circuito, che sorge nella regione del Texas, misura 5513 metri e conta 20 curve.
Albo d’oro
Quella del 2016 sarà la quinta edizione del Gp degli Usa corsa ad Austin. Nei quattro anni precedenti, per ben tre volte la vittoria è andata a Lewis Hamilton, mentre nel 2013 vinse Vettel. Tra i team, due successi Mercedes ed uno a testa per McLaren e Red Bull.