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Non è facile trovare la voglia, la forza, le motivazioni per tornare a calarsi nell'abitacolo. O più semplicemente non è facile tornare a parlare di F1, un mondo che dopo più di due decenni torna a guardare in faccia la morte, perchè dopo più di 20 anni, un altro pilota dopo Senna ha perso la vita in seguito ad un incidente avvenuto in gara. Non sarà mai troppo il cordoglio per Jules Bianchi, il ragazzo umile che sognava (e che presto avrebbe guidato) la Ferrari.
Ma se c'è una cosa che i piloti di F1 hanno dimostrato saper fare, è stata quella di avere il coraggio di tornare a correre, a spingere come dei matti continuando a fare ciò che loro e noi amiamo. Perché, come diceva Gilles Villeneuve, "avere coraggio non significa avere paura, significa avere paura e provarci lo stesso".
E con questa doverosa premessa, ci tuffiamo nel Gran Premio d'Ungheria, cui avremmo certamente voluto arrivare con ben altro stato d'animo. Torniamo quindi a ribadire la superiorità che la Mercedes ha, e che in una gara "normale" le Frecce d'Argento si giocheranno la vittoria. Magari, dopo quanto visto a Silverstone, c'è la speranza che qualcuno possa inserirsi nella lotta al vertice, come fatto dalla Williams tre settimane fa. La Williams sarà infatti l'osservata speciale, forse anche più del duello Hamilton-Rosberg, perché con pista asciutta le FW37 avevano mostrato davvero un ottimo passo.
Poi c'è la Ferrari, processata in queste settimane per le modifiche poco funzionanti apportate alla SF15-T. La Rossa deve dare un segnale e soprattutto rispondere alla Williams, che con metà campionato ancora da disputare può ancora puntare al secondo posto nel Costruttori. Il Cavallino Rampante spera in un fattore che potrebbe dare una grossa mano alle sue vetture, il caldo, perché è proprio con le alte temperature che la SF15-T ha dato il meglio di sé. Dato che al momento le indicazioni meteo danno clima da mare, caldo per il fine settimana, con punte di oltre 35 gradi, appare giusto che la Ferrari vada in Ungheria con un po' di fiducia.
Il circuito - L'Hungaroring ha un tracciato tortuoso con tante curve molto tecniche una dietro l'altra, e con pochissimi spunti per i sorpassi, tanto che dopo Montecarlo è probabilmente la pista su cui è più difficile superare. Misura 4381 metri e conta 16 curve.
Albo d'oro - In Ungheria non c'è un unico re. Michael Schumacher e Lewis Hamilton si contendono infatti lo scettro con 4 vittorie a testa, davanti ad Ayrton Senna con 3. Tra i piloti in attività 2 vittorie per Button ed una anche per Alonso, Raikkonen e Ricciardo. Vettel invece non ha mai vinto in Ungheria. Tra i team, 11 vittorie per McLaren, 7 per Williams, 5 per Ferrari ed una anche per Red Bull e Mercedes.