F1, Mondiale 2015: lo speciale di Datasport
F1, Mondiale 2015: il calendario completo
Sei stagioni senza il titolo Piloti, cinque senza quello Costruttori. Troppe, per chi si chiama Ferrari. E troppe per dei tifosi che nonostante le innumerevoli difficoltà del Cavallino non hanno mai smesso di far sentire il loro calore. Purtroppo però, anche il 2015, a meno di cataclismi in casa Mercedes, non potrà vedere una Rossa trionfare. Questo non vuol dire che si debba per forza rivivere la stagione 2014: si deve essere obbiettivi, né troppo pessimisti né troppo ottimisti per cercare di capire che anno sarà quello della scuderia di Maranello. Per farlo, proviamo a mettere sotto la lente d'ingrandimento i principali protagonisti: macchina e piloti.
Ferrari SF15-T
Partiamo da lei, dalla monoposto. Quel mezzo da cui dipende gran parte della sorte di un team: senza quella, nemmeno Schumi o Senna erano in grado di vincere un titolo. La vettura 2015 della Ferrari si chiama Sf15-T ed avrebbe tutti i motivi per non essere performante, vista la genesi difficile che ha avuto. Il suo progetto si è infatti sviluppato mentre si avvicendavano due presidenti, tre team principal, e soprattutto mentre cambiavano tutti i vertici tecnici più importanti, dal direttore tecnico al capo progettista passando per il capo del reparto motori. Cambi importanti ed ha volte insormontabili per un progetto, in questo caso avviato con le idee e le menti di alcune persone e ultimato con le menti e le idee di altre. C'era insomma tutto per fare un patatrack, ed invece la Sf15-T si è dimostrata una monoposto valida, che ha dato buoni riscontri e ottime sensazioni sin da subito. Poi le gare daranno un riscontro definitivo, ma intanto, almeno nei test, ha fatto contenta la squadra. C'è da tenere ben presente che nell'anno uno di una nuova era per la Ferrari, il compito della Sf15-T sarà quello di essere una buona base per le monoposto future e soprattutto quello di far dimenticare la disgraziata F14-T. Tradotto, come specificato da Maurizio Arrivabene, questo vuol dire vincere qualche gara e permettere al team di lottare per il podio nel Costruttori, per il terzo posto o più ottimisticamente per il secondo.
Sebastian Vettel
Come è strana la vita: puoi vincere quattro titoli, battere ogni record di precocità, ma basta un anno negativo e ti ritrovi a dover dimostrare tutto. Se poi scegli anche di essere l'uomo di punta della rinascita di una casa come la Ferrari, ovvio che sarai l'osservato speciale. Ma di questo non ha paura il buon Seb, che inizia il suo percorso a Maranello con il sogno di ripercorrere le orme del suo grande mito, l'indimenticato Michael Schumacher. Questo 2015 ha molte analogie con il 1996, primo anno di Schumi in rosso: irrealistico pensare al titolo, obbiettivo reale quello di vincere qualche gara e far crescere la macchina per un futuro dalle ambizioni più grandi. Questo Sebastian lo sa e per questo si è gettato anima e corpo nella nuova avventura, un'avventura che per lui è la realizzazione di un sogno. In un 2014 di grandi cambiamenti, è stato probabilmente giusto cambiare anche il pilota e ripartire del tutto. Seb è l'uomo giusto per questo, per il grande rispetto che ha della storia del Cavallino e la voglia che ha di scriverne la storia del prossimo futuro, anche se questo vorrà dire pazientare per un periodo di tempo imprecisato. In fondo, anche Schumacher prima di vincere con la Rossa ha atteso cinque anni. Tanto lavoro, tanti sacrifici ed anche tante delusioni, ma come raccontato da Michael, il primo titolo con la Ferrari ha avuto qualcosa di speciale. Seb, che di titoli ne ha già quattro in bacheca, sa già che ci vorrà lo stesso impegno e la stessa dedizione, e sa anche che se ci riuscirà, sarà il titolo più bello della carriera. Ma per adesso, meglio non correre troppo: primo obbiettivo, rompere il ghiaccio e ottenere la prima vittoria col Cavallino. Un passo alla volta.
Kimi Raikkonen
Unico punto fermo di una squadra che è cambiata quasi completamente. Ma anche lui pare essere cambiato: il rapporto con Alonso, si vedeva lontano un miglio, non era dei migliori, con Seb, suo grande amico, l'aria che si respira al box è del tutto diversa ed anche lui pare averne beneficiato. Una cosa che potrebbe essere un punto a favore per la Ferrari sarà la collaborazione tra i piloti, che lavorando insieme potranno dare una grossa mano per la crescita e lo sviluppo della vettura. Una cosa probabilmente mancato lo scorso anno, ma che sarà importantissimo avere stavolta. Certo, ci sarà competizione anche tra Seb e Kimi, ma avere un clima più rilassato in squadra aiuterà molto. Dal canto suo, Kimi non ha mai nascosto la sua simpatia per il nuovo compagno, forse l'unico nel paddock che può definirsi amico del finlandese. Anche Kimi, dopo un 2014 da dimenticare, punta a riscattarsi in questa stagione, che in teoria è l'ultima della carriera in F1. Il suo contratto scade al termine di quest'anno e lui aveva già fatto sapere di volersi ritirare, ma il fatto di aver trovato una Rossa così poco competitiva e che punta al grande salto di qualità nel 2016 potrebbe far rivedere i piani di Kimi che, chissà, potrebbe ripensarci e prolungare il contratto per altri uno o due anni. Era venuto in Ferrari con l'idea di lottare per il titolo e non certo per vivere due stagioni difficili, quindi è lecito aspettarsi delle trattative di prolungamento del contratto. Per quanto riguarda l'ambito strettamente sportivo, invece, Kimi si è detto soddisfatto dei progressi della vettura e spera che il nuovo anno gli dia qualche soddisfazione. Vale a dire, vincere qualche gara.