Domani sera, 27 novembre, al Teatro Puccini di Firenze, la BBT del romano Davide Buccioni, allestisce la prima difesa di Davide Faraci (13) neo titolare italiano mediomassimi, contro il non più verde, ma molto determinato Vigan Mustafa (21-4), 40 anni compiuti, famiglia del Kosovo, trasferita a Firenze da decenni, con l’hobby della boxe al seguito. Faraci ha 27 anni, nato in Svizzera nel cantone del Giura, a Baden dove opera una forte comunità italiana, nello specifico siciliana, proveniente dalla provincia di Palermo. Un cantone molto particolare, legatissimo alle tradizioni e al patrimonio linguistico, che si rifà al ceppo delle lingue romanze, con influenze celtiche e germaniche. Dal 1977 ha ottenuto il riconoscimento di Repubblica e Cantone del Giura.
A Baden, Davide ha frequentato le scuole e la palestra, salendo nella boxe fino a disputare le selezioni per prendere parte ai Giochi di Rio nel 2016, tentativo sfiorato ma non raggiunto. In maglietta disputa ben 170 incontri. In quel periodo conosce il tecnico romano Simone D’Alessandri, uno dal fiuto ottimo, maestro di Guido Vianello. L’amicizia prosegue anche quando, a 25 anni, nel 2016, Davide a passa professionista e decide di trasferirsi a Pomezia per frequentare in maniera continuativa la Phoenix Gym. Combatte in Italia e in Svizzera, collezionando 12 vittorie che lo portano al ruolo di sfidante di Nicola Ciriani (17-3-1) titolare italiano mediomassimi. Accetta di combattere a Udine, la città del campione e il primo giugno scorso, diventa campione, battendo l’udinese per KO al settimo tempo. In quell’occasione mise allo scoperto pregi e virtù. Che il suo maestro non nasconde: “Davide è stato una decina d’anni dilettante e si porta dietro uno stile che nei pro non rende. Per questo lavoriamo per eliminare difetti d’impostazione diventato abituale. Il successo su Ciriani è servito per prendere fiducia e impegnarsi ulteriormente. A Firenze trova uno sfidante alto come lui e tanta esperienza in più. Ringraziamo l’organizzatore Davide Buccioni, che ha avuto fiducia in noi, ma sicuramente sarà una prova molto impegnativa. A gioco lungo, la freschezza atletica di Davide dovrebbe spuntarla, ma nella prima parte dovrà stare molto attento. Vigan ha buone basi e potenza, anche se in difesa non è perfetto. Come dimostrò il pesante KO subito nel 2011 a Firenze contro l’algerino Sofiane Sabihi per l’Internazionale IBF, all’undicesimo round, quando sembrava certo della vittoria. Il nostro punto debole è la scarsa esperienza, che migliora salendo sul ring”.
Da parte dello sfidante, già campione italiano nel 2018, dopo una sosta tra il 2011 e il 2016, dovuta alla pesante sconfitta ricordata da D’Alessandri, c’è la consapevolezza che a 40 anni, potrebbe essere l’ultimo treno tricolore. Se lo perde, altre occasioni diventano sempre più rare. Il fiorentino d’adozione, fratello d’arte, si è preparato sotto la guida dello zio, è ritiene di essere in grado di farcela. “Ci provo e spero di avere più fortuna della sfida con Abatangelo in casa sua nella scorsa stagione. Lasciare il titolo per una ferita dovuta a testata, alla sesta ripresa, col match tutto da giocare fa male, molto male. L’ho trovato ingiusto. Adesso trovo un avversario molto giovane e imbattuto, addirittura più alto di me (1.84 contro 1.87), che boxa bene in linea. Ho visto la sua prova contro Ciriani, molto scoperto e limitato a corta distanza, due limiti che potrebbero essere determinanti. Non faccio pronostici, ma ritengo di avere buon e carte da giocare, per tornare campione”. Al ring la sentenza.
A contorno il medio Sead Mustafa (8-1-1) 32 anni, fratello minore di Vigan, bene impostato ma senza quel punch che sarebbe utile per finalizzare le azioni. Trova il pratese Marco Paparidero (8-1-3) 30 anni, ma ancora ambizioso, oltre antico rivale ai tempi del dilettantismo. Nei leggeri Amal Wahby (1) italo-marocchina, 34 anni, detta “Boom-boom” per la generosità, meglio conosciuta nella thay, incrocia la serba Ksenija Medic (0-16-3) di soli 21 anni, abbonata alla sconfitta.
Giuliano Orlando