Tre mesi dopo il successo dell’Italia nella semifinale di EURO 2020, la Spagna vince 2-1 a San Siro e si prende la sua rivincita conquistando un posto nella finale di Nations League e costringendo gli Azzurri a traslocare a Torino, dove domenica pomeriggio affronteranno la perdente di Francia-Belgio nella finalina per il terzo posto. Si interrompe così dopo oltre tre anni la striscia di 37 risultati utili consecutivi della Nazionale di Roberto Mancini, per la prima volta sconfitta al Meazza nonostante la spinta dei 37.000 tifosi che al fischio finale hanno comunque reso omaggio con un applauso ai Campioni d’Europa. In una Spagna giovane e temeraria, con Luis Enrique che fa esordire dall’inizio il diciassettenne Gavi e nella ripresa il diciannovenne Yeremi Pini, non c’è da stupirsi che la doppietta decisiva la realizzi il ventunenne Ferran Torres. Non basta il gol segnato nel finale da Pellegrini dopo la cavalcata del solito generosissimo Federico Chiesa. L’Italia può recriminare per i due pali colpiti da Bernardeschi e Chiesa, per l’occasione sprecata da Insigne sullo 0-1 e per l’espulsione (doppio giallo) di Bonucci sul finale di primo tempo, con il gol del 2-0 subito prima di rientrare negli spogliatoi e con la difesa ancora da riassestare. Domenica pomeriggio a Torino gli Azzurri scenderanno quindi in campo nella finale per il terzo posto, mentre la Spagna tornerà a San Siro con l’obiettivo di alzare al cielo la coppa.
LA PARTITA. Rispetto alla sfida di tre mesi fa a Wembley l’Italia cambia solo due uomini: fuori Chiellini e l’infortunato Immobile, dentro Bastoni a far coppia con Bonucci in difesa e Bernardeschi, che si alterna con Chiesa al centro del tridente offensivo. Costretto a rinunciare ai vari Dani Olmo, Morata, Pedri e Jordi Alba, Luis Enrique punta sul tridente formato da Ferran Torres, Oyarzabal e Sarabia, mentre a centrocampo trovano spazio i due giocatori più esperti della Roja, Busquets e Koke, e a sorpresa il diciassettenne Gavi, che diventa così il più giovane esordiente della storia della Spagna.
Si affrontano due squadre che amano comandare il gioco e che attraverso il pressing alto puntano alla riconquista immediata del pallone. Il ritmo è elevato e il primo affondo è dell’Italia, con Chiesa che chiama alla respinta Unai Simon. La Spagna trova spazio sulla corsia sinistra, Alonso imbuca per Sarabia che mette in mezzo per l’accorrente Oyarzabal, ma la conclusione del centrocampista della Real Sociedad è respinta da Bastoni. Sono le prove generali del gol, che arriva al 17’: Alonso serve Oyarzabal, cross sul secondo palo, Bastoni stavolta non ci arriva e Ferran Torres al volo gira in rete per l’1-0. Si mette male, ma potrebbe mettersi ancora peggio perché subito dopo Alonso calcia in porta senza troppe pretese, ma Donnarumma si fa scappare il pallone dalle mani e viene salvato dal palo, prima che Bonucci liberi definitivamente in angolo anticipando il tap in di Koke. La Roja cresce, gli Azzurri faticano ad affacciarsi nell’area spagnola. Ci prova Di Lorenzo, che gira di testa a lato un angolo calciato da Insigne. Sale quindi in cattedra Jorginho: prima lancia in profondità Bernardeschi, che si accentra e di sinistro colpisce il palo con la deviazione decisiva di Unai Simon, poi serve nello spazio Emerson, assist puntuale per Insigne che tutto solo a pochi passi dalla porta calcia a lato. E nel giro di pochi minuti l’1-0 per la Spagna diventa un risultato bugiardo. Al 42’ l’Italia resta in dieci: Bonucci, già ammonito per proteste, salta e con il gomito colpisce sul collo Busquets. Il russo Karasev non ha dubbi ed estrae il rosso. Insigne ha il pallone dell’1-1, Unai Simon respinge e nel recupero è la Spagna a trovare il raddoppio ancora sull’asse Oyarzabal-Ferran Torres, con l’attaccante del Manchester City che di testa batte Donnarumma regalando ai suoi un’ipoteca sulla finale.
A inizio ripresa Mancini è costretto a togliere Bernardeschi per Chiellini, mentre Luis Enrique richiama in panchina il match winner Ferran Torres per lanciare un altro esordiente, il classe 2002 Yeremi Pino. In inferiorità numerica diventa sempre più difficile sradicare il pallone dai piedi degli spagnoli, che controllano il match senza troppi affanni. Entrano anche Kean e Locatelli per Insigne e Verratti, ma non è la serata dell’Italia e se ne accorge anche Chiesa, che lanciato da Di Lorenzo si invola verso la porta e di destro fa tremare il palo, secondo legno per gli Azzurri dopo quello colpito da Bernardeschi nel primo tempo. E’ la Spagna poi a mancare il 3-0 con Oyarzabal, che di testa sfiora il palo dopo una bella giocata di Jeremi Pino. Finisce anche la partita di Jorginho, al suo posto Pellegrini. Nel finale Donnarumma salva sullo scatenato Alonso, poi ci pensa Chiesa a regalare all’Italia ancora una speranza. La fiammata dell’attaccante della Juventus nasce da un calcio d’angolo della Spagna: Chiellini respinge lungo di testa, Pau Torres si fa anticipare e Chiesa si invola verso la porta servendo a Pellegrini un pallone facile facile da appoggiare in rete. E’ troppo tardi però per la rimonta. Dopo oltre tre anni l’Italia torna a scoprire il retrogusto amaro della sconfitta, ma torna a scoprirlo da Campione d’Europa.