A Ferrara Chiancone salva il tricolore medi, ma Hermi meritava la vittoria.
La battaglia della Forza e Coraggio Boxe a Milano.
di Giuliano Orlando
Una bella serata di pugilato al Palapalestre di Ferrara, organizzata da Massimiliano Duran, che guida l’attività agonistica di Luca Chiancone (8-0-2) chiamato alla prima difesa del titolo italiano medi, conquistato il 16 aprile scorso a Santa Marinella, spedendo KO al primo round, il tarantino con trascorsi a Cuba, Giovanni Rossetti (11-2), colto a freddo dal destro del triestino. Un risultato a sorpresa, considerato che l’allievo di Cataldo Quero ha qualità e quantità, anche se il pugilato riserva a volte spiacevoli sorprese. Sono sicuro che lo scivolone di Rossetti sia solo un episodio e non certo lo stop di una carriera che dovrebbe riprendere con fiducia, fino ad arrivare alla rivincita. Chiancone si presentava con un record significativo, dopo il debutto alla fine del 2020, un solo pari, rimediato in Slovenia contro il locale Venko il 22 maggio 2021, poi tutte vittorie. L’allievo del maestro Roberto Battimelli della Trieste Pugilato, si presentava da campione e il ruolo di picchiatore notevole. Prima di Rossetti, aveva riservato lo stesso trattamento lo scorso novembre al nigeriano di stanza a Novara, fino ad allora imbattuto, Joshua Nmomah (13-1) finito a KO al terzo tempo tra la sorpresa del pubblico e del suo angolo. Il fatto che un triestino abbia saputo rinverdire i ricordi, quando due conterranei illustri come Tiberio Mitri (1948) e Nino Benvenuti (1963), portarono la cintura nella loro città e l’indubbia personalità del campione hanno risvegliato entusiasmo sopito da anni. All’angolo opposto, uno sfidante più giovane (21 anni) e di non minore qualità, come ha dimostrato il fiorentino Yassin Hermi (13-0-1), cresciuto sotto la guida del maestro Boncinelli, trasferitosi successivamente con altri insegnanti. La sfida tricolore non ha deluso le attese, semmai ha confermato che finalmente l’Italia ha giovani medi destinati a farsi sentire a livello europeo, come non accadeva dai tempi di Benvenuti e Mazzinghi. Necessario farli crescere gradualmente. A loro vorrei aggiungere il catanese Gianluca Pappalardo (9-1), nato in Germania, fermo dal 2021, che spero possa riprendere l’attività avendo qualità notevoli, oltre al romano di Anzio, Giovanni Sarchioto (8), 25 anni, altro giovane imbattuto e con ottime basi tecniche, della OPI dei Cherchi. Senza dimenticare che l’inossidabile romagnolo Matteo Signani (32-6-3), 44 anni, attivo dal 2007, è sul trono europeo, riconquistato il 18 novembre 2022 a Savignano sul Rubicone, mettendo KO il francese Anderson Prestot (25-3) al settimo round, che cinque mesi prima a Massy, lo aveva defenestrato per ferita con giudici compiacenti e dimenticandosi di adempiere all’antidoping. In ultimo, la ciliegina sulla torta della categoria in chiave italiana da parte di Oliha Etinosa (18) astigiano di residenza nato a Torino di 25 anni, che dopo la cintura tricolore, è andato a prendersi il mondiale IBO in Germania a Wuppertal, battendo il cileno Julio Alamos (16-1), che in passato non aveva mai subito sconfitte, a giudizio unanime. Direi che l’Italia dei medi, sta vivendo un ritorno ai vertici di leccarsi i baffi. Torniamo alla sfida di Ferrara, che ha vissuto dieci round di intensità assoluta. Inizia meglio il campione, più deciso e preciso, mentre Hermi lo studia chiuso in guardia, senza rischiare, malgrado le bordate di Chiancone che i confermano di grande esplosività. Salvo il primo round in equilibrio, le altre tre riprese a mio parere davano al campione un consistente vantaggio. Non che Hermi facesse da spettatore, le sue uscite erano pericolose ma i colpi a bersaglio risultano inferiori a quelli di Chiancone, che dimostra anche un salto di qualità, rispetto alle precedenti prove, confermando che il maestro Battimeli aveva lavorato anche sul miglioramento tecnico tattico. A sorpresa al quinto round, Chiancone finisce al tappeto, ma il destro è arrivato sotto la cintura e allo sfidante viene detratto un punto. Si riprende e stavolta, la botta al viso sempre di Hermi ha il merito di rimettere al tappeto il campione, stavolta senza dubbi sulla regolarità del colpo. Ripresa per Hermi che conferma potenza e repertorio superiore al rivale, a sorpresa per chi non lo conosce, molto meno per coloro che lo hanno seguito fin dai primi passi, ai tempi in cui militava nelle nazionali giovanili. A merito di Chiancone la forza di essersi ripreso bene, deciso a recuperare dall’esperienza che forse non aveva messo nel conto. La sesta è ancora di Hermi, che tiene sotto tiro il rivale, la ripresa seguente si snoda con alterni vantaggi che reputo pari. A quel punto il vantaggio di Chiancone è minimo e le due riprese successive sia pure di misura offrono al fiorentino l’opportunità del sorpasso. La decima tornata, pur battagliata non riesco ad assegnarla a nessuno dei due. Il mio giudizio vede un punto per lo sfidante (97-96) ma, ripeto il pari ci può stare, anche se nel conto totale il pugile che è andato al tappeto è stato il triestino, reputato più picchiatore. Hermi anche se con più match aveva minore esperienza a livello di confronti impegnativi, ma ha dimostrato resistenza e scelta tattica più indovinate. Chiancone si conferma atleta forte e resistente, anche se il repertorio tecnico è inferiore a quello di Hermi. Che merita la rivincita prioritaria. Su tutto, lo spettacolo di una sfida bellissima ed equilibrata. Forse gratuito lo show di Chiancone nel dopo match, che per scaricare la tensione ha tenuto un comizio come se avesse dominato la sfida. In verità ha rischiato di più ed è stato anche contato per la prima volta in carriera. A contorno tre incontri pro. Nei medi Daniel Munoz (3-1), 28 anni, nato a Cuba, residente a Bologna, tesserato italiano, tornava sul ring dopo due anni, affrontando l’argentino Mariano Castillo (2-13), di stanza a Roma, 34 anni, collaudatore dignitoso, come ha dimostrato anche stavolta, tenendo botta contro un avversario dal tasso tecnico superiore. Match condotto a ritmi modesti e a senso unico per Quiroz. Nei mediomassimi, il calabrese Domenico Bentivogli (4-7), 31 anni, di stanza a Galliera, adottato dai ferraresi, ha offerto più mosse che pugni, contro l’ancor più modesto catanese Stefano Failla (5-1-5), 35 anni, a sua volta di casa a Fidenza. Sei round che non lasceranno il segno nella storia, vinti da Bentivogli tra gli applausi del pubblico! In una categoria in via di estinzione come i pesi mosca, il palestinese nato a Gaza, Ahmed Obaid (4-6-2), 27 anni, da tempo a Ferrara, pro dal 2019. In giro per l’Italia ha raccolto più sconfitte che vittorie, spesso pagando il prezzo del ring ospitante, stavolta ha centrato un bersaglio importante, visto che la vittoria netta su Aziz El Ghouyal (0-12) largamente prevista, gli consente di affrontare il campione italiano Samir El Kadimi (7-1-1), 34 anni, radici magrebine, nato nel bresciano e abitante a Carugate, pro dal 2018. Samir si è laureato tricolore lo scorso novembre a Mantova, superando nettamente Melito. Samir e Ahmed si sono già affrontati a Carugate nel milanese qualche anno fa e il campione ebbe la meglio nettamente. Dubito che il secondo confronto possa cambiare il precedente risultato. Il ferrarese adottivo è veloce e anche preciso, ma non fa assolutamente male e contro un rivale che lo sovrasta sia in potenza che sul piano fisico, le probabilità di vittoria sono minime. Salva la soddisfazione di averci provato.
LA BATTAGLIA DELLA FORZA E CORAGGIO. Da Ferrara a Milano, dove una storica società pugilistica conosciuta come la Forza e Coraggio, operativa dal 2003, invece di festeggiare i 20 anni di onorata e meritoria attività, sta sostenendo la battaglia più difficile della sua storia. In Via Gallura, zona Sud di Milano, opera dal lontano 1870, una società polisportiva denominata appunto Forza e Coraggio, nella quale opera anche la sezione pugilistica, col maestro Vincenzo Ciotoli, che la conduce nel modo migliore, fungendo non solo da maestro di boxe ma pure da maestro di vita. Fucina di campioncini e anche porto di ancoraggio per tanti ragazzi che grazie a questo sport hanno saputo risalire dalle nebbie del degrado, per riproporsi alla luce del riscatto. Lo scorso fine giugno è arrivata da parte del Consiglio Direttivo, presieduto dall’avvocato Raul Duca, la notificazione di lasciare il locale destinato a svolgere altra attività, nel caso, corsi di tennis. Dire che sia stato un fulmine a ciel sereno è un semplice eufemismo. Dopo l’iniziale sgomento, più che comprensibile, c’è stata la riscossa, talmente corale e spontanea da sorprendere tutti. Compresi gli sloggiatori che pensavano ad un’uscita rassegnata. Ignorando la forza della nobile-art e di chi la pratica. A quel punto la reazione ha visto non centinaia, ma molti di più, tempestare di messaggi sia la giunta che l’assessore allo sport, fino al sindaco Sala, sorpreso da un problema che non si aspettava e infastidito che la società, quindi l’esimio avvocato Raul Duca, non sia riuscito a portare avanti una decisione sulla carta senza ostacoli. Così non è stato. Doverosamente la FPI ha fatto conoscere la sua contrarietà per questo gesto, come il Comitato Lombardo per voce del presidente Massimo Bugada. Al momento la situazione è di stallo, ma intanto la Giunta cittadina si è dovuta riunire votando contro la decisione di sfrattare la sezione della boxe. Personalmente non sono ottimista, conoscendo questi rappresentanti della cittadinanza e l’autonomia di una società privata. A parte la ragione fasulla dei bilanci, in quanto la boxe non ha mai pesato e il pugilato oltre a fare opera sociale ha chiuso sempre i bilanci in attivo, c’è un particolare che non va sottovalutato. La Forza e Coraggio deve rinnovare i contratti col Comune, avendo molte attività nel suo capitolato. Sala è un sindaco che ha la memoria lunga (ha sempre negato di intitolare una via o una piazza a Duilio Loi, un grandissimo campione che negli anni ’60 portò la boxe ai più alti livelli e con lui la città di Milano, la cui colpa è di non aver pensato politicamente come lui) e, ugualmente non gradisce chi gli crea problemi. Questa faccenda proprio gli da fastidio e di conseguenza ne terrà nel dovuto conto quando arriveranno i rinnovi. Una patata bollente non prevista in un momento con le elezioni alle porte. Chi vincerà? Di certo il Consiglio Direttivo della Forza e Coraggio non sarà tra questi, negando il valore educativo della boxe a favore di un business tutto da dimostrare. Il David in guantoni sta lottando contro il Golia degli affari e la battaglia è ancora in corso, visto che la gente continua a puntare l’indice per salvare una palestra di pugilato. Sono amico di Vincenzo da molti decenni, ci stimiamo reciprocamente e ci unisce la fede genoana, particolare non trascurabile. Consapevole del mio modesto contributo, metto il cuore oltre l’ostacolo, sperando che questo Davide compia il miracolo. Come non lo so, ma voglio crederci.
Giuliano Orlando