La stagione del rilancio. Il 2016 della Ferrari in Formula 1 è indicato da tutti gli esperti come l'anno del possibile e auspicabile riavvicinamento della Rossa allo strapotere della Mercedes, e a poche settimane dal via del Mondiale il presidente Sergio Marchionne ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport per confermare i buoni propositi: "Al mio arrivo ho dovuto fare pulizia - le sue parole -, non eravamo né competitivi né presentabili".
Un pesante attacco al passato, anche se Marchionne dice di non voler entrare nel merito: "E' una Ferrari molto diversa da quando arrivai io nel 2014 - spiega -. Il momento più difficile è stato il primo mese, quando fui costretto a capire dove eravamo veramente nel panorama della F1. La prima mossa fu ripulire i ranghi, togliendo le ingerenze e rifocalizzando il team su quelle che erano veramente le cose importanti. L'arrivo di Arrivabene, in questo, ha aiutato molto. Ma non voglio criticare il passato...".
L'attacco invece c'è, ed ogni riferimento alla precedente direzione di Luca Cordero di Montezemolo, che comunque da presidente della Ferrari ha vinto sei titoli piloti e otto costruttori, non sembra affatto casuale: "Quando sono uscite le nuove regole sull'ibrido, la Mercedes le ha capite subito - prosegue Marchionne nell'intervista -. Noi le abbiamo interpretate alla carlona. Da quanto ho capito io, non c'era il motore necessario per vincere, la nostra power unit non era all'altezza. E il telaio ovviamente aveva i suoi difetti".
Ora però per Marchionne il vento è cambiato, e con Arrivabene team principal la Rossa può tornare a togliersi grosse soddisfazioni: "Il suo unico difetto è che non è un tecnico, ma non so se sia un difetto o un pregio. Il vantaggio è che possiede l'abilità di fare squadra in modo bestiale. Lo fa visceralmente, fisicamente - chiude Marchionne -. Maurizio sa creare il gruppo e carica i suoi collaboratori come una molla. E dall'altra parte ci sono io che carico lui".