In una manciata di minuti – con due comunicati differenti – nella giornata di ieri, Ferrari e McLaren hanno posto nero su bianco accordi che evidentemente erano stati già programmati da qualche settimana: Carlos Sainz Jr. si trasferisce a Maranello, Daniel Ricciardo prende il posto dello spagnolo nella scuderia con sede a Woking. Un interrogativo, però, sorge spontaneo alla luce della Formula 1 del futuro e delle nuove normative tecnico sportive che ci saranno non più dal 2021 ma dal 2022, slittamento necessario a causa del Covid-19. Chi delle due scuderie ha fatto il colpaccio? Sicuramente la McLaren. Perché se la scelta la si analizza a lungo termine, con un occhio alla rivoluzione epocale che avverrà fra qualche stagione, il team di Zack Brown ha puntato sull’usato sicuro. Daniel Ricciardo ha acquisito un’esperienza tale da permettere alla squadra inglese di compiere il salto di qualità definitivo dopo un’annata 2018 impressionante. Il pilota australiano e la McLaren, dal 2021, potranno usufruire del motore Mercedes: una novità certamente non di poco conto se si pensa alla difficoltà di affidabilità che ha dovuto affrontare la stessa squadra negli anni appena trascorsi. Oltra a questo fattore rilevante, Ricciardo è un “driver” ancora nel pieno della sua carriera: non è né troppo giovane né troppo anziano. “In medio stat virtus” dicevano i latini. Infatti, la bramosia di riscatto, di trionfi e il voler lasciare un segno indelebile nella storia della Formula 1 potrebbero creare un binomio davvero formidabile. Perché le qualità le possiede, sono state soltanto eclissate prima da Vettel e poi da Verstappen quando l’australiano era ancora sotto contratto con la Red Bull. Se la McLaren ha piazzato un colpo da novanta con l’ingaggio di Ricciardo, offrendogli un contratto pluriennale oneroso, la Ferrari oggettivamente si è indebolita. Lasciar andare via un quattro volte campione del Mondo come Sebastian Vettel rimpiazzandolo con Sainz Jr. è un rischio ma calcolato; e dettato dal fatto di aver promosso Charles Leclerc porta bandiera del Cavallino Rampante. Infatti, osservando la line up attuale si contavano sulle dita di una mano coloro che avrebbero sposato il progetto della Ferrari. Ricciardo era uno di questi: ma due prime donne nella stessa scuderia non avrebbero potuto convivere. Giovinazzi? Sicuramente la Ferrari vorrà dargli in futuro una chance al fine di dimostrare tutto il suo valore, ma oggi sarebbe stata una scelta molto più audace come ha affermato in esclusiva a SkySport Mattia Binotto: “L’anno scorso si è fatto la prima stagione in F1, passare in Ferrari dopo un anno credo richieda troppa responsabilità.” Ecco perché l’iberico rappresenta una opzione ponderata se si vuole cominciare un nuovo ciclo: “Sainz è una scommessa, puntiamo su un team giovane.” Appena 24,98 anni di media: il più giovane nella storia della Ferrari. Nonostante ciò, i presupposti per impressionare e fare bene ci son tutti. Servirà pazienza e tempo. Anche se, questi sostantivi, a Maranello non sono più ammessi: il 2007 è un’era ormai arcaica. Il titolo iridato è indispensabile conquistarlo a breve.
Articolo a cura di Fabrizio Frasca.