Ferrari e Valentino, l'Italia ritrovata

Pubblicato il 30 marzo 2015 alle 08:15:34
Categoria: Formula 1
Autore: Piergiuseppe Pinto

Ci servono domeniche così. Con i rombi, le pieghe e le urla. Ci serve vedere un tedesco esultare in italiano e tagliare il traguardo per primo grazie a una Rossa sotto al "culo". Ci serve sapere che da una vecchia fabbrica di Borgo Panigale, nata negli anni '30 alle porte di Bologna, sono uscite le due moto più  veloci del mondo. Che Valentino resta e sarà per sempre un "patrimonio dell'umanità" (Guido Meda cit.). Che in Oriente il "made in Italy" tira eccome, non solo per la moda o le "balle" del lusso.  

Ci serve per oggi: per riscoprire un sorriso, un orgoglio, un senso di appartenenza. Anche solo per un attimo, per un traguardo. Anche se - nessuno ce ne voglia - probabilmente dimenticheremo tutto domani. Siamo fatti così: amiamo gli eccessi, la gloria e i campioni. Di musi lunghi e lamentosi sono piene le nostre giornate lavorative e il Parlamento. Di domenica vogliamo sognare. Vogliamo godere.

Non se la prenda la Serie A, con i suoi capricci, e nemmeno il ct Antonio Conte, perseguitato come solo certi Presidenti del Consiglio. Questa domenica ha il sapore dell'infanzia, di quando si stava sulle gambe dei propri padri a vedere le imprese dei fenomeni in tv. Se ne riscopre il sapore, anche da grandi, anche con gli smartphone in mano.

Per una storia di fine marzo che racconta una primavera irriverente a spezzare domini e pronostici. La storia di un popolo che grazie ai rombi dei suoi motori torna a gridare il suo inno. "V per vendetta", come Vettel e Valentino, sulle ali delle Rosse più sexy e amate (Ferrari e Ducati), capaci ancora del colpo a sopresa quando nessuno se l'aspetta.

Ci piace questo racconto, che scorre fluido e sceglie traiettorie perfette. Ci piace questa storia e questa domenica, perché non risolvono niente ma danno l'illusione di essere ancora un Paese unito. Che salta in piedi, esulta e si abbraccia per le stesse identiche cose. Con un domani tutt'altro che certo, da vivere però con il gas a martello, alla ricerca di nuove e preziosissime domeniche di gloria.