La Fidelis Andria ha appena vissuto i giorni più travagliati della sua nuova esistenza. Dopo un primo anno tranquillo e progressivamente sempre più convincente, in cui la società pugliese ha dimostrato di programmare il futuro con oculatezza ed intelligenza, le dimissioni di Alessandro Potenza sono arrivate come un fulmine a ciel sereno nella piazza andriese, che ha risposto dimostrando molta ansia, soprattutto visto il passato (recente e non) dell'ambiente.
Per riprendere il refrain dei tifosi biancazzurri degli ultimi giorni: "Ad Andria un'estate senza pensieri non si può vivere!". Non si può di certo dar torto ai tifosi che hanno accolto con vèrve polemica questo improvviso cambio di guida tecnica, a soli dieci giorni dal ritiro abruzzese. Purtroppo chi scrive non sta nella stanza dei bottoni, quindi è difficile capire perché Potenza abbia spinto per la rottura del rapporto: di certo, dopo che ci si era lasciati in quel di Altamura con grande unione di intenti, solo una promessa di rilascio in caso di chiamata dai professionisti risulta credibile e plausibile. Una dirigenza che ha sempre invocato intelligenza e riflessione in ogni mossa non ha certo come modus operandi quello di stravolgere tutto a questo punto della stagione.
NUOVO CICLO - Ciò che è certo è che le due parti stavano costruendo la squadra insieme, a giudicare dagli acquisti effettuati (diversi difensori centrali, molte punte e praticamente nessun esterno offensivo, in continuità col 3-5-2 dell'anno scorso). Pensare al passato in questo momento è inutile: il ruolo di Favarin in questo momento sarà pressoché fondamentale, visto che si tratta dell'elemento nell'intera società con più esperienza in questa categoria ed in situazioni simili a questa. Emergono alcuni dubbi dal punto di vista tattico: il tecnico toscano, nella sua cavalcata vincente nella quarta categoria ad Andria, ha portato in campo una squadra verticale e offensiva, che si serviva della velocità e della capacità di saltare l'uomo dei suoi esterni per risalire il campo; il gioco di posizione sviluppato da Potenza negli ultimi mesi, basato su una fitta rete di passaggi ed un gioco paziente ed intelligente per arrivare nell'ultimo quarto di campo, ha poco a che vedere con quella storica Fidelis. Tuttavia, nel corso della sua carriera Favarin ha sfoderato diverse soluzioni tattiche, dimostrando sagacia e intelligenza da questo punto di vista (come il suo mentore Luciano Spalletti, del resto). Nella conferenza di domani si saprà di più sulla nuova avventura della Fidelis Andria, che non può permettersi, dal punto di vista emotivo ma anche da quello sportivo, ulteriori scossoni.
Articolo di Gianluca Losito