Figc, Albertini si candida: "Ho sempre fatto il regista"

Pubblicato il 22 luglio 2014 alle 08:15:39
Categoria: Nazionali
Autore: Redazione Datasport.it

Demetrio Albertini ha ufficializzato la sua candidatura al ruolo di presidente della Federazione italiana Giuoco Calcio (Figc). Con una conferenza stampa a Milano l'ex centrocampista del Milan ha annunciato la sua volontà di competere con Carlo Tavecchio nelle prossime elezioni federali: "Voglio aprire un confronto per il cambiamento e per migliorare il calcio italiano - lo slogan di Albertini -, che deve tornare ad essere il migliore al mondo. Con Tavecchio mi sono confrontato, ma anch'io credo di avere l'esperienza giusta per il ruolo di presidente".

Albertini spiega in questi termini i suoi programmi: "Mi metto a disposizione, del resto nella mia carriera ho sempre fatto il regista. Però un terzo della mia carriera nel mondo del calcio l'ho fatta in giacca e cravatta, e in otto anni ho lavorato come organizzatore maturando la necessaria esperienza. Molti presidenti hanno avuto per me parole di stima, molti invece mi hanno detto che non vogliono votarmi perché sono un ex calciatore. In tanti, in ogni caso, mi hanno chiesto di mettermi a disposizione: lo faccio, serve una volontà comune per cambiare il nostro calcio". Come può svilupparsi il cambiamento? Albertini sembra avere le idee chiare: "E' vero che bisogna guardare all'estero, ma non si può parlare di modello tedesco. Noi abbiamo le nostre peculiarità e ciò che è successo in Germania da noi è per certi versi impossibile da importare. Gli altri Paesi hanno un obiettivo: valorizzare le squadre di club tramite la Nazionale. Noi invece abbiamo fatto un Mondiale con due o tre giocatori alla prima esperienza internazionale della loro carriera. Parolo, ad esempio, pur essendo un ottimo giocatore è arrivato in Serie A a 30 anni: ecco, i nostri giocatori arrivano troppo tardi ai massimi livelli. Dobbiamo capire cosa vogliamo essere, se un campionato di passaggio o il campionato più bello del Mondo come negli Anni '90: è questo il mio sogno. Ma sul mercato europeo le nostre squadre hanno meno forza contrattuale. E' impossibile imporre i cinque italiani in campo, da regolamento: ma l'obiettivo dovrebbe essere quello, all'estero hanno il 34 % medio di stranieri contro il nostro 54 %. Non sono un politico - ha concluso Albertini -, non voglio parlare di numeri e voti: spero solo di essere un'opportunità per il calcio e per le persone che lo amano come me".