Carlo Tavecchio si è dimesso. Il Consiglio federale in realtà è durato solo cinque minuti, poi è iniziato lo show in conferenza stampa dell'ormai ex presidente della Figc. Durante l'incontro con i giornalisti, Tavecchio si toglie più di qualche sassolino dalle scarpe: "Ho rassegnato le dimissioni e per mero atto politico le ho chieste al Consiglio federale, ma nessuno le ha rassegnate. Siamo arrivati a un punto limite di speculazioni. La Lega Pro non è mai stata alleata, la settimana scorsa mi era stato inviato il documento programmatico, avevo interpretato in buona fede una volontà di alleanza e invece siamo di fronte a un sistema sportivo che si permette di prendere decisioni gravi quando il soggetto più importante che è il fornitore del sistema Italia è assente, quando la Serie A e la Serie B non ci sono: il 23 e 27 eleggeranno i loro presidenti, oggi siamo al 19: ma aspettare 8 giorni sembrava la tragedia mondiale del calcio italiano".
Tavecchio è un fiume in piena: "Qui stiamo valutando un insuccesso sportivo. E basta. Io ho sempre detto di aver scelto Ventura, ma non l'avevo scelto io, lo aveva scelto Lippi e questo lo ha detto Malagò, perché questa è la verità. Io sono disperato per aver perso il Mondiale, ma una riforma non può essere fatta o disfatta per un risultato sportivo, per un palo che nega il gol come è accaduto a Stoccolma".
L'unica recriminazione del presidente dimissionario è provocatoria: "Colpe? Non essere intervenuto nell'intervallo della partita di Milano per cambiare l'allenatore. L'Italia meritava il mondiale, io ce l'ho messa tutta ma non so tirare i rigori".
Infine, il bilancio conclusivo di questi tre anni: "Abbiamo attivato i centri federali, la riforma dei campionato giovanili, la riforma del calcio femminile, abbiamo una gestione di bilancio che fa invidia a chi è quotato in borsa. Tutti i 240 ragazzi che hanno lavorato per la Federazione e che lavora è gente di valore. Abbiamo realizzato la ristrutturazione completa di Coverciano e introdotto la Var. Nel 2014 fui il primo a scrivere a Blatter per la Var. Il primo fu Biscardi, il secondo Tavecchio. Non dimentichiamo i risultati delle Nazionali giovanili. Io ho sempre guardato gli uomini in faccia. Se avessimo fatto un gol, Tavecchio era un grande, resto 161 cm. Io non giudico nessuno e non voglio parlare di tradimenti, ognuno fa le proprie scelte politiche".
Articolo a cura di Davide de Rosa Laderchi