Un duello rusticano. Il Gran Premio dell'Azerbaijan sul circuito di Baku, ottavo appuntamento del mondiale di Formula 1, è stato caratterizzato da un vero e proprio scontro tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton sotto al regime di safety car. Il britannico, prima di una curva, ha inchiodato la propria monoposto provocando un mini tamponamento e facendo andare su tutte le furie il ferrarista che, d'impulso, si è affiancato e gli ha rifilato una ruotata venendo poi penalizzato con uno stop and go.
"Credo che la macchina fosse molto buona, con un passo molto forte - spiega il ferrarista -. Nel complesso è stata una buona gara, dopo una partenza aggressiva di Bottas e la sua toccata con Raikkonen in cui non so bene cosa sia successo. Dopo, in safety car io ero molto vicino a Hamilton e lui ha frenato un paio di volte. Anche in Cina anni fa sono successe cose simili, ma così non si fa, se fatica chi è secondo cosa succede agli altri? Non so perché ho avuto la penalità io e lui no... Chiarirmi con lui? Lui è stato pericoloso con chi stava dietro".
Duro anche il commento del Team Principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene: "Visto come è andata finire, Vettel ha chiuso comunque davanti a Hamilton ed è sempre davanti nella classifica piloti, questo è già un buon punto. Però, facciamo l’analisi della gara, non vogliamo recriminare, perché non è nel nostro stile, ma partendo da quello che è successo tra Bottas e Raikkonen, arrivando, poi, all’episodio di Vettel, siamo in Formula 1 o al Colosseo? Se siamo al Colosseo, basta dirlo, basta fare una famosa tecnical directive e tutti ci allineiamo. Detto questo, ci siamo battuti e, purtroppo, i fatti non ci hanno dato ragione. In Austria ci riproveremo più determinati di prima, anche perché parliamo poco, ma lavoriamo molto".