Già da qualche anno, in ogni gara in cui vi è un contatto, si crea una scia infinita di polemiche frutto del metro di giudizio spesso e volentieri incoerente dei giudici di gara. Il GP di ieri ne è stata l’ennesima conferma.
I lunghi rettilinei e le curve improvvise che li intervallano rendono il Red Bull Ring un circuito in cui i tentativi di sorpasso sono spesso aggressivi e possono portare ad un contatto. Nelle ultime tre stagioni abbiamo assistito a manovre simili ma giudicate in maniera assolutamente diversa tra di loro. Proprio questa mancanza di uniformità e coerenza di giudizio ha fatto storcere il naso a molti appassionati, che faticano spesso a capire le decisioni della direzione gara. Il primo caso fu nel 2019 quando Verstappen, idolo di casa, agguantò la vittoria con un sorpasso particolarmente vigoroso sul ferrarista Leclerc in cui, per ultimare la manovra, dovette “spingere” la vettura avversaria oltre i limiti della pista. I commissari di gara analizzarono l’accaduto e decidettero di non attribuire al pilota Red Bull alcuna penalità. Già quella decisione creò non poche polemiche ma permise di capire la direzione più permissiva verso cui si voleva virare, allo scopo di aumentare la spettacolarità delle gare. I primi problemi si presentarono già la scorsa stagione quando Albon su Red Bull tentò un sorpasso molto coraggioso all’esterno della Mercedes di Hamilton, che si concluse con il pilota thailandese in ghiaia dopo un contatto con il britannico. Nel complesso la dinamica del contatto non differiva eccessivamente dal precedente del 2019 ma la direzione decise di infliggere una penalità al campione del mondo, dimostrando una certa incoerenza.
Il vero “disastro” però è quello che i giudici hanno combinato nella gara di ieri. Il primo contatto analizzato è stato quello tra Norris e Perez. Guardando e riguardando le immagini della manovra la maggior parte degli appassionati e degli addetti ai lavori ha stabilito che si trattasse di un “incidente di gara” e che non vi fosse alcuna scorrettezza di nessuno dei due piloti coinvolti. Non poco stupore si è quindi diffuso tra i fan quando è stata ufficializzata la decisione di attribuire al pilota della McLaren una penalità temporale di 5 secondi a seguito dell’accaduto. Nel corso della gara una situazione simile si è venuta a ripresentare addirittura altre due volte. I protagonisti sono stati Leclerc e nuovamente Perez, passato questa volta da “vittima a carnefice”. Il primo contatto tra i due che ha portato il monegasco in ghiaia è un po’ differente in realtà e la penalità di 5 secondi attribuita al pilota Red Bull è corretta. Meno grave è stata la seconda infrazione commessa sempre da Perez su Leclerc, con una manovra abbastanza simile al primo contatto McLaren – Red Bull e che quindi i giudici di gara sono stati costretti a punire nuovamente. Altro aspetto davvero particolare è stato quello di attribuire a Perez due penalità di cinque secondi quando nella maggior parte dei casi se un pilota commette due volte la stessa infrazione viene penalizzato maggiormente nella seconda occasione, dato che si dimostra recidivo. Insomma ad ogni gara i piloti non sanno come comportarsi e quanto possono essere aggressivi alla guida a causa di un metro di giudizio e un’interpretazione del regolamento mai uniforme. La speranza è che nel più breve tempo possibile si riesca a trovare una soluzione a questo problema di modo che nessun’altra gara o, addirittura, campionato venga falsato da queste decisioni “arbitrali” dubbie.
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