Si chiude un'era nella Formula 1: Ron Dennis lascia la McLaren. L'inglese, infatti, ha ceduto le quote che lo vedevano socio di minoranza della casa automobilistica alla quale è stato legato per ben 37 anni. Nel 1981, Dennis unì la Project Four, team di cui era proprietario, alla McLaren, rinominata successivamente McLaren Formula One Team, la scuderia con cui avrebbe ottenuto, in totale, 158 vittorie e 17 campionati mondiali. Di questi, 7 ottenuti nella categoria Costruttori: i primi due nel 1984 e 1985, quattro consecutivi tra il 1988 e il 1991, oltre a quello conquistato nel 1998. 10, invece, i Mondiali Piloti, 6 dei quali conquistati da Alain Prost e Ayrton Senna (3 ciascuno), mentre sono 2 quelli vinti da Mika Hakkinen. A questi, vanno aggiunte le vittorie nel 1984 di Niki Lauda e nel 2008 di Lewis Hamilton, ultimo Mondiale vinto dalla scuderia di Woking.
Dal titolo dell'inglese in poi, il tracollo. L'ultima vittoria della McLaren risale al 25 novembre 2012, quando Jenson Button trionfò nel Gran Premio del Brasile, ultima prova del Mondiale. Da allora, in 55 gare, la McLaren non ha mai vinto, salendo sul podio solo nel 2014, in Australia, con Magnussen e Button rispettivamente secondo e terzo. Negli ultimi mesi, inoltre, Ron Dennis, detentore del 25% delle quote, è stato di fatto estromesso dal fondo sovrano del Bahrain e da Mansour Ojjeh, principali azionisti della scuderia di Woking rispettivamente con il 50% ed il 25%. I rapporti sempre più deleteri hanno portato l'ex presidente fino al marzo del 2009, nonché aministratore delegato fino al 16 novembre 2016 della McLaren, a cedere nella giornata di venerdì le quote, uscendo definitivamente da un mondo, quello della scuderia da lui resa grande, dopo 37 anni.