Una squadra e una fede, con 40 personaggi d’autore – Francesco Caremani – Hellas Verona - bradipo libri editore – Pag. 240 – Euro 18.00
di Giuliano Orlando
L’Hellas Verona Calcio è nata nell’ottobre 1903, da un gruppo di studenti del liceo classico Scipione Maffei, che fondò un club battezzandolo Associazione Calcio Hellas (per ricordare l'antica Ellade, ovvero l'odierna Grecia) su proposta del professor Decio Corubolo, che era l’insegnante di greco. Il prossimo anno orza i 120 anni di vita. Il libro non racconta la storia della società scaligera e neppure il suo percorso agonistico relativo ai risultati, ma propone la galleria di quei giocatori e di un tecnico (Osvaldo Bagnoli) che hanno onorato con le loro imprese la squadra e una città. L’autore, che ama più i personaggi che gli eventi, definisce i calciatori come nobili bottoni di un abito sul quale vengono cucite, nome su nome, le imprese di ciascun protagonista. Che nell’insieme completa il film di una realtà che da oltre un secolo onora il calcio di casa nostra. L’ordine di precedenza è quello alfabetico e l’avvio spetta ad Adailton, un brasiliano mancino, che s’ispirava a Zico. Primo approdo italiano nel 2001 a Reggio Emilia, poi il Paris St. Germain e l’arrivo a Verona. Nel 2017 viene premiato per la lunga carriera in gialloblù. Osvaldo Bagnoli, milanese della Bovisa, quartiere operaio della parte Nord della capitale lombarda, inizia nel 1950 a 15 anni e prosegue fino al 1973, anche se dal 1969 fa pratica come vice allenatore col Verbania. Nel 1981 arriva a Verona e da quel momento sarà un lungo idillio. Porta la squadra dalla B ai vertici della massima serie. Uomo di poche parole, e mai sopra le righe. Ovunque abbia lavorato ha lasciato un ottimo ricordo. I nomi scorrono: Hans-Peter Briegel, il tedesco nato come decatleta, capace di bruciare i 100 metri in 10”8 e di raggiungere i 7,60 metri nel lungo, arriva a Verona nella metà degli anni ’80 con Bagnoli al timone e tifosi lo eleggono centrocampista del secolo. Nella galleria trovano posto Luciano Bruni, Antonio Di Gennaro, Dario Donà, Larsen Elkjaer il danese che segnava a raffica, Pierino Fanna e Giuseppe Galderisi, il salernitano che lascia la Juve nel 1984 e trova nel Verona la sponda ideale con Elkjaer, nell’anno dello scudetto, facendo felici Bagnoli e il popolo veronese. Dall’Adige è passato anche Felice Levratto, il grande fromboliere del Genoa, che per una stagione nel 1924, ha giocato nel Verona, segnando 15 gol in 20 partite, Sergio Maddè, Luca Toni indimenticabile attaccante, i fratelli Fabio e Luciano Marangon fino a quel genio e sregolatezza di Gianfranco Zigoni, il Verona Hellas è lo scrigno nel quale si adagiano i ricordi di una società dove l’aspetto umano prevale su tutto. Il segreto per sentirsi sempre giovani e guardare al futuro.
Giuliano Orlando