"Spiegatemi perché l'Italia dovrebbe essere un trauma per me...". A parlare è
Toni Kroos, centrocampista tedesco del Real Madrid, uno dei migliori sin qui a
Euro 2016. A due giorni da
Germania-Italia, il quarto di finale più atteso dell'intero lotto, il regista della Nazionale di
Joachim Loew mostra in conferenza un pizzico di quella spocchia teutonica che a noi del Belpaese piace molto. Ci piace molto perché ci ricorda i nostri trionfi contro di loro,
rivali di sempre su un campo da calcio.
E pensare che stavolta la
Germania sembrava aver capito la lezione. Profilo basso, che se poi si cade dall'alto ci si fa male. Quest'anno (almeno per ora) niente titoli o prime pagine con pizze e mandolini in bella mostra. Anche
Loew non si era sbilanciato, parlando della partita di sabato a Bordeaux. E poi arriva Kroos: "Quella di Conte è la stessa formazione che abbiamo battuto in
amichevole a marzo. In un grande torneo ho giocato solo una volta contro l'Italia, perché dovrei avere traumi?".
Perché ci hai perso, caro Toni. In una delle
partite più memorabili giocate dall'Italia negli ultimi dieci anni: i futuri campioni del mondo che s'inchinano alla doppietta della grande illusione nostrana,
Mario Balotelli. Tra la semifinale di Euro 2012 a Varsavia e il quarto di Bordeaux sono passati quattro anni: in mezzo un
Mondiale trionfale per la Germania e terribile per l'Italia. Come in Polonia, la bilancia del pronostico pende largamente dalla loro parte. E per gli azzurri è sempre stato meglio così.