Gianni Rivera non ama parlare del passato, preferisce pensare al futuro. Sarà per questo che ha accettato la carica presidente del settore giovanile e scolastico della Figc, cercando di valorizzare le promesse di domani. Eppure quando l’ex abatino è presente in una sala, è immancabile la domanda sulla “staffetta” con Mazzola. Così è accaduto anche ieri all’Harbour Club di Milano in occasione della presentazione del libro “Passo Doppio. Ricordi di vita, di calcio e di tivù” di Luigi Colombo, ma questa volta la storica bandiera del Milan ha raccontato qualche dettaglio in più.
“Quella durante i Mondiali di Messico ’70 (in cui l'Italia perse in finale con il Brasile, ndr) fu una staffetta - racconta Rivera - più politica che tecnica da parte dello staff alla guida della Nazionale”. Secondo il Golden boy la scelta dell’allora ct Ferruccio Valcareggi e dei suoi uomini non aveva motivazioni prettamente calcistiche. “Io e Sandro infatti – continua la stella rossonera – abbiamo giocato benissimo insieme sia prima che dopo quella coppa del Mondo, a testimonianza che la nostra convivenza era assolutamente possibile”.
A raccontare l’origine di questo “dualismo” passato alla storia (calcistica e non solo) è Luigi Colombo nel suo libro. Il tutto nacque nella partita dei quarti di quei Mondiali contro il Messico (4-1) padrone di casa. Mazzola fu sostituito alla fine del primo tempo per Rivera. L’interista si infuriò per il cambio: “Si sapeva che Rivera sarebbe entrato nel secondo tempo, ma non era deciso che dovevo uscire io”. In realtà, la notte precedente la partita, il giocatore dell’Inter era stato colto da una violenta diarrea e Valcareggi gli aveva preannunciato di tenerlo in campo solo un tempo se non si fosse sentito in forze. Se ce l’avesse fatta, allora Rivera sarebbe entrato, ma al posto di Boninsegna. Mazzola giurò di essere in perfette condizioni e di potere giocare anche la ripresa, ma fu lui ad essere sostituito.
Dopo oltre quarant'anni, questa staffetta non smette ancora di essere al centro di dibattiti e discussioni.