La tappa regina del Giro d’Italia, da Longarone alle Tre Cime di Lavaredo, ha confermato la leadership di Gerraint Thomas. Su queste cime, la corsa rosa arriva per l’8° volta; se la prima, 1967, si concluse con una vittoria di Felice Gimondi su Eddy Merchx e Gianni Motta, poi annullata dall’allora patron Vincenzo Torriani per le troppe spinte ai corridori, la seconda, 1968, consacrò il mito del cannibale Merchx che vinse per distacco, recuperando 9 minuti che lo lanciarono alla prima grande vittoria al Giro. L’ultima, 2013, la più bella e la più viva, con Vincenzo Nibali grande protagonista: tappa e maglia rosa a suggello di una prova sotto la neve e la tempesta. Il tappone dolomitico odierno, si chiude con l'ennesima fuga che ha visto il ritorno al successo dello scalatore colombiano, Santiago Buitrago, la 4° della sua carriera, la 2° ad un grande Giro. Il primo dei battuti, per la quarta volta secondo, è ancora una volta il canadese, Derek Gee, ripreso ad 1 km dall’arrivo. I big si sfidano solo sulla salita finale e la vespa Roglic guadagna 3” alla maglia rosa Thomas. Almeida, non crolla ma perde altri secondi preziosi, esattamente 23 e Caruso torna 4° in classifica, superando di nuovo Dunbar. Sabato 27 maggio ci sarà la crono scalata decisiva, la Tarvisio-Monte Lussari, che decidirà il vincitore di questa 106ª edizione del Giro.
Classifica di tappa: Longarone-Tre Cime di Lavaredo, km 183
1) Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) 5h28'07"
2) Derek Gee (Israel-Premier Tech) a 51"
3) Magnus Cort Nielsen (EF Education) a 1'46"
4) Primož Roglič (Jumbo-Visma) s.t.
5) Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) a 1'49"
6) João Gonçalves Almeida (UAE Team Emirates) a 2'09"
7) Damiano Caruso (Bahrain Victorious) s.t.
8) Thymen Arensman (Ineos Grenadiers) s.t.
9) Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) a 2'16"
Classifica generale
1) Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) maglia rosa
2) Primož Roglič (Jumbo-Visma) +26"
3) João Gonçalves Almeida (UAE Team Emirates) +59"
4) Damiano Caruso (Bahrain Victorious) +4'11
5) Edward Dunbar (Jayco Alula) +4'53"
A cura di Marco Foianesi