Il terzo arrivo in salita del Giro d'Italia regala un nuovo scossone alla classifica generale, che vede l'allungo di Simon Yates su tutti i rivali: la vittoria sul Gran Sasso d'Italia, e sull'arrivo di Campo Imperatore, va proprio alla maglia rosa, che sfrutta al meglio lo sprint lanciato da un poco lungimirante Domenico Pozzovivo. La tappa partiva da Pesco Sannita, e arrivava al Gran Sasso d'Italia-Campo Imperatore dopo 225km che prevedeva due GPM e l'ascesa finale: si partiva dalla salita di Roccaraso, un GPM di 2a categoria di 7km con pendenza media al 6.5% e punte al 12%, per poi dare vita negli ultimi 45km all'infinita ascesa verso il Gran Sasso. 45km divisi in due parti, con un primo GPM che arrivava a Calascio (1a categoria) e la durissima parte finale: negli ultimi 7km la pendenza media era del 9%, con punte al 13%, e negli ultimi 5km non si scendeva mai sotto il 10% per la Cima Pantani del Giro d'Italia 2018. La frazione è stata scandita a lungo da una fuga di 14 elementi: all'attacco Cherel (Ag2r), Ballerini e Masnada (Androni Giocattoli-Sidermec), Boaro e Visconti (Bahrain-Merida), Andreetta (Bardiani-CSF), Benedetti (Bora-Hansgrohe), Wellens (Lotto-Soudal), Berhane (Dimension Data), Carthy (EF-Education First), Belkov (Katusha), Brambilla e Didier (Trek-Segafredo) e Turrin (Wilier Triestina). I fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio massimo intorno a 8'30'', con Masnada attivo nell'accumulare punti per la maglia azzurra: il corridore dell'Androni si vedeva declassare a Roccaraso (primo Berhane) dopo aver conquistato il primo posto solo grazie alla spinta di Ballerini, in seguito a un problema meccanico, ma passava davanti a tutti a Calascio ed effettuava l'azione di giornata.
Sul Gran Sasso, infatti, ecco l'esplosione della fuga, e il più attivo nell'andare all'attacco è stato proprio Masnada, che si è trovato in testa da solo con vari gruppetti all'inseguimento: il più vicino era quello che comprendeva Boaro e Carthy, col britannico che tentava senza esito l'allungo. Alle loro spalle, intanto, il gruppo tirato dalla Mitchelton-Scott dimezzava il vantaggio, arrivando con circa 4' di distacco ai piedi della seconda parte del Gran Sasso: ai -12 Masnada aveva ancora 2'37'' di vantaggio, diventati 1'30'' a 8km dall'arrivo, ma poi ecco l'accelerata decisiva piazzata dall'Astana e da Jan Hirt. Un'accelerazione che ha dimezzato il margine dello scalatore azzurro, che si poi piantato nel tratto più duro della salita: il ricongiungimento è arrivato ai -3km, e da lì sono iniziati gli scatti dei big. Inizialmente il più attivo è stato Giulio Ciccone, che è stato ripreso ai -1.7km, e poi è arrivata la stilettata di Lopez, che però si è staccato nel prosieguo della salita: il colombiano non è nuovo a questi exploit al contrario, ma il suo attacco ha avuto l'effetto di spompare Froome e Aru, che si sono staccati irrimediabilmente dagli altri big e sono andati alla deriva. Davanti, intanto, succedeva di tutto: Pozzovivo lanciava il lungo sprint, finendo però col tirare la volata agli altri e rimanendo uccellato sul lungo periodo. Tutti puntavano su Pinot e sulla sua velocità in volata, ma a sorprendere tutti ecco Simon Yates e il suo sontuoso sprint: vince la maglia rosa sul Gran Sasso, con Yates che precede il francese e il compagno di squadra Esteban Chaves. Pozzovivo chiude 4° in tandem con Carapaz con 4'' di ritardo, e si stacca anche Dumoulin, che perde 12'' e scivola in terza posizione nella generale: ora il britannico guida con 32'' su Chaves e 38'' sul vincitore del Giro 2017, con il provvidenziale allungo appena prima del giorno di riposo. Gli sconfitti di giornata, però, sono Froome e Aru: il britannico boccheggia e chiude a 1'06'', il sardo a 1'13''. Per entrambi, la vittoria finale si allontana, mentre oggi si è chiuso il Giro di Jakub Mareczko: il velocista si è ritirato, e non potrà inseguire la prima vittoria nella corsa rosa.