L'omosessualità, nel calcio, è un tabù soverchiato recentemente dal coming out di alcuni giocatori, come l'ex Lazio Hitzlsperger. Non tutti, però, nel mondo pallonaro, potrebbero accogliere di buon grado un'ammissione che, per motivi inspiegabili e illogici, conduce al pensiero, per alcuni, di un possibile "pericolo" che possa sconvolgere uno spogliatoio. E' di avviso diverso, invece, Olivier Giroud, attaccante del Chelsea e della Nazionale francese con la quale ha anche vinto il Mondiale di Russia 2018.
"Quando Hitzlsperger ha fatto coming out mi sono emozionato. Pensavo fosse impossibile dichiararsi omosessuale. All'interno dello spogliatoio è tutta una questione di testosterone, si fa anche la doccia insieme. E' argomento delicato, capisco il dolore e le difficoltà nel riuscire a fare coming-out. Non tutti sono tolleranti come me, e quando mi chiedono di sostenere le campagne contro la discriminazione come quella dei lacci arcobaleno, lo faccio volentieri”, ha dichiarato Giroud a Le Figaro, un grido di libertà che suona forte ma stride con un ambiente conservativo e limitato che non pare ancora pronto per affrontare temi delicati e di portata decisamente superiore all'ambito sportivo.