Hanno fatto di tutto per far sapere il meno possibile, per far lavorare la nuova “struttura orizzontale” nella tranquillità più assoluta, dimostrando di aver imparato dalla figuraccia di dodici mesi prima. Piedi per terra e profilo pi basso possibile, però poi la Sf70-H è andata in pista e contenere l'entusiasmo dei tifosi è risultato difficile.
La Ferrari non si fa illusioni, sa che c'è una montagna da scalare, e non devono farsene neanche i suoi tifosi, pena rimanere “scottati” come nel 2016. Ma è vero che dopo un lungo inverno di silenzi, voci di corridoio negative e ondate di pessimismo anche troppo eccessive, quel che emerso dai test di Barcellona è stata una Ferrari concreta, affidabile e dal buon potenziale, da qui un entusiasmo crescente dei tifosi che aspettano con ansia questo Gp d'Australia, che vedrà finalmente gareggiare tra loro questa nuova Formula 1, rinnovata nell'aerodinamica e nell'estetica. Sarà certamente un'alba attesa, pazienza se la sveglia suonerà presto di domenica mattina (e l'ora legale toglierà un'altra ora di sonno...), ma c'è da vedere fino a quanto questa Ferrari potrà far sognare. Con la Mercedes ad essere ancora là ed una Red Bull sorniona, forse quella da cui ci si attende di più, visto che è stata un po' enigmatica negli otto giorni di prove invernali.
Sarà dalla qualifica in poi che vedremo i reali valori in campo, tenendo sempre presente che quello australiano è un tracciato cittadino, atipico, e non è detto che i valori espressi a Melbourne siano gli stessi delle gare successive. Però, partire bene è sicuramente un passo da fare ed al momento viene da mettere la Mercedes di Hamilton e Bottas davanti a tutti, nonostante la W08, con il suo passo lunghissimo, pare essere una vettura un po' più complessa dei modelli precedenti da mettere a posto nel set-up, ma niente di preoccupante per un team che prende sul personale la sfida delle nuove F1, questa rivoluzione nata anche per cercare di mettere il bastone tra le ruote al dominio anglo-tedesco. Vincere ancora sarebbe un successo forse ancor più straordinario dei precedenti, nonostante i numeri di questi ultimi tre anni siano un qualcosa forse di inavvicinabile. Come detto, tocca a Red Bull e Ferrari impedire l'ennesima cavalcata delle Frecce d'Argento, in questo mondiale che rappresenta una speranza non solo per i bibitari ed il Cavallino ma anche per altri, leggasi Renault, Toro Rosso e così via, che sognano invece un colpaccio, una stagione da protagonisti per raggiungere i propri obbiettivi, siano essi la prima vittoria, come nel caso della Force India, oppure un 5° posto nel Costruttori, come nel caso del team di Faenza. Sognare, all'alba di un nuovo cammino, è consentito a tutti.
Il circuito Il tracciato di Albert Park, ricavato da strade cittadine nel centro della città di Melbourne, ha debuttato nel mondiale di F1 nel 1996, e da allora, tranne in due occasioni (2006 e 2010), ha sempre ospitato la prima tappa del campionato. La pista misura 5303 metri e conta 16 curve, tra cui la 11 e la 12 (quest'ultima detta “Waite”), una chicane sinistra-destra da affrontare molto veloci, soprattutto quest'anno con i carichi aerodinamici maggiorati.
Albo d'oro Il più vincente di sempre a Melbourne è Michael Schumacher, che vanta ad Albert Park quattro successi, uno in più di Jenson Button. Due vittorie per Coulthard, Raikkonen, Hamilton e Rosberg, mentre a quota uno troviamo Damon Hill, Hakkinen, Irvine, Fisichella, Alonso e Vettel. Tra i team, in testa a pari merito Ferrari e McLaren, entrambe a quota sei trionfi, seguite da Mercedes con tre (tutte negli ultimi tre anni), Renault con due e Williams, Branw Gp, Red Bull e Lotus tutte ad uno.