Novità, speranze, test da interpretare. Ora basta però, perché il mondiale inizia davvero, spazzando via tutte quelle domande e tutte quelle ipotesi fin qui formulate. Ora parlerà la pista, sarà il re cronometro a rispondere, senza tanti giri di parole, a quelle domande che ogni appassionato si pone ogni volta che inizia un nuovo mondiale.
Si parte come sempre negli ultimi anni dal Qatar, sotto le luci artificiali del circuito di Losail, in un ambiente bello ed affascinante come pochi altri in calendario. Ormai Qatar è sinonimo di inizio, di verifica di un lavoro iniziato l'anno scorso, ed a cui le case si sono dedicate già nel corso del 2016 e poi definitivamente sin dal giorno dopo dell'ultimo Gp della passata stagione, ad indicare come questo sia un mondo in cui fermarsi un attimo è peccato veniale. Nessuno si può fermare, né tantomeno i campioni del mondo in carica, che rispondono ai nomi di Honda e Marc Marquez. Saranno loro a scendere in pista per difendere un grande titolo ottenuto la passata stagione, in cui sono stati in grado, con ampio merito dello spagnolo, di ribaltare un pronostico ce gli vedeva sfavoriti ad inizio anno. Questo per dire di dare il giusto peso a quanto hanno mostrato i test: perchè è vero che sono indicativi per capire stati di forma e competitività di una moto e di un pilota, ma guai a voler tirare troppo frettolosamente le somme, perchè un mondiale è lungo e può avere tanti sviluppi diversi. Quindi è vero che il grande atteso, Maverick Vinales, lepre nei test in cui ha sempre chiuso davanti, parte come uno dei pretendenti alla vittoria, ma essere i più veloci nei test non è la stessa cosa che esserlo in qualifica e gara. Detto questo, è innegabile che i tempi ottenuti nelle prove invernali non siano un dato importante per quanto riguarda il giovane spagnolo, che si è presentato al meglio in Yamaha e che sogna di fare il colpaccio sin dalla prima gara. Dovrà fare i conti con lo stesso Marquez e forse anche con Pedrosa, apparso un altro nei test rispetto all'anno scorso. Si presentano invece da outsider le Ducati e Valentino Rossi, speranzosi di far bene ma anche con qualche dubbio in merito. In realtà, la vera domanda Ducati è Jorge Lorenzo, ancora alla ricerca di un feeling perfetto con una Desmosedici che dovrà dimostrare di essere cresciuta, mentre Dovizioso è parso a suo agio sul modello 2017 e dopo due grandi gare in Qatar negli ultimi due anni sogna davvero di uscire vincitore da Losail. Rossi invece ha avuto parecchie difficoltà durante i test, dalla costanza nel passo al degrado delle gomme, e si reca a Doha con qualche grattacapo. Se c'è però qualcuno in grado di ribaltare un pronostico, e di ritrovare in poco tempo il bandolo della matassa (tecnica), quello è proprio Valentino, peraltro su una pista su cui si è solitamente trovato bene.
Vinales e Marquez favoriti, ma subito dietro Dovizioso, Lorenzo, Rossi e Pedrosa, in ordine puramente casuale. Senza dimenticare che ci sono pure Suzuki, Ktm ed Aprilia a rendere “piena” di case ufficiali la griglia come non accadeva da un po'. No, niente è scontato: ci sarà da divertirsi, quindi mettetevi comodi e godetevi questi otto mesi di corse.
Il circuito L'impianto che ospiterà la prima tappa del mondiale, come avviene da tanti anni ormai, è l'autodromo di Losail, molto vicino a Doha. Arrivato in calendario nel 2004 (vittoria di Sete Gibernau), nel 2008 quello corso su questo tracciato fu il primo Gp della storia del Motomondiale ad essere corso in notturna, ed in quell'occasione il successo andò alla Ducati di Casey Stoner. La pista qatariota misura 5380 metri, conta 16 curva e vanta un rettilineo, quello principale, di oltre un chilometro.
Albo d'oro Sono due i re del Gran Premio del Qatar, e rispondono ai nomi di Casey Stoner e Valentino Rossi, in cima alla classifica dei vincitori di Losail con quattro successi a testa, uno in più di Jorge Lorenzo, mentre Marc Marquez e Sete Gibernau sono a quota uno. Tra i team dominio Yamaha con 7 vittorie, mentre Honda e Ducati sono a quota 2.