Grande boxe e pubblico record a Milano. Vincono Morello, Kogasso, Paparo, Aouina e Maghraby all’insegna dello spettacolo.

Pubblicato il 18 novembre 2024 alle 18:11
Categoria: Boxe
Autore: Redazione datasport.it

 

Grande boxe e pubblico record a Milano. Vincono Morello, Kogasso, Paparo, Aouina e Maghraby all’insegna dello spettacolo. 

Il 15 dicembre nuovo appuntamento

 

di Giuliano Orlando

MILANO. Il settimo appuntamento in guantoni targato TAF, ovvero Edoardo Germani, non solo ha avuto successo ma ha sfiorato il tutto esaurito all’Allianz di Milano. Bersaglio centrato nonostante la struttura fosse avvolta da una nebbia da tagliare col coltello e la temperatura si avvicinasse allo zero. Evidentemente la ricetta perseguita dal giovane e tenace organizzatore milanese sta indovinando gli ingredienti che stuzzicano la curiosità degli appassionati, nonostante le oggettive difficoltà del pugilato di casa nostra. Convogliare quasi 4000 spettatori nella bomboniera ex Palalido, è impresa resa possibile dalla promozione in linea con i tempi. Operata soprattutto da un gruppo giovane, di stanza a Montecatini, in grado di vendere il 70% dei biglietti via on line. Anche questo è il segno del cambiamento. A coronamento di tale lavoro i protagonisti, ovvero i pugili, hanno assolto al loro compito dando il massimo del rendimento. Quattro KO dei nove incontri in programma sono scintille che scatenano l’entusiasmo di un pubblico molto diversificato, accorso per applaudire i propri beniamini. Ragion per cui i successi lampo hanno ottenuto consenso unanime, pur se di valore diverso. Il cruiser Paul Amefian (2), nato nel Togo, residente a Milano, 27 anni, del Little Gym di Merafina, costringe inglese Ryan Hibbert (2-27), 31 anni, pro dal 2019 (prima trasferta), alla resa in meno di un round. Troppa la differenza tra i due. Paul ha potenza, in particolare a corta distanza. Contro un rivale fermo sulle gambe, la sentenza era già scritta.

Il medio milanese Joseph Negroni (2), 21 anni, allievo della Boxing School del maestro Verdicchio, riserva la stessa sorte all’altro inglese Nathan Massey (0-3), che rimedia la terza sconfitta prima del limite. Il terzo inglese Andrew Walsh (0-1) al debutto, ha incrociato il leggero Cristinel Bindar (2), 21 anni, genitori romeni, allievo della Boxing School di Cremona, abbina il ruolo di ottimo studente: frequenta l’Università di Pavia e vuole laurearsi, all’ambizione di fare strada anche sul ring. In palestra nel 2016, tricolore schoolboy 2017, argento jr. l’anno dopo, e ancora campione youth 2020. La seconda esibizione sempre all’Allianz, ha confermato la validità del giovane, dotato di un repertorio completo, alternando colpi sopra e sotto, abile nel gioco di gambe e mobile sul tronco. Tutto questo deve essere perfezionato con l’esperienza sul ring. Walsh ha tentato qualche replica, ma il divario era abissale. Dopo un primo conteggio, la situazione è precipitata e bene ha fatto l’arbitro a dare lo stop.

Prosegue l’imbattibilità del mediomassimo egiziano Mohamed Elmaghraby (10) 28 anni, seguito da un folto stuolo di tifosi giunti da Bollate alle porte di Milano, dove risiede e si allena. Stavolta la sua è stata una presenza fulminea, meno di un minuto e mezzo, col rivale Luca Spadaccini (10-8-3), che al primo scambio alza il braccio destro in segno di resa. Motivo: un forte dolore alla mano destra, causato da un intervento evidentemente non ben guarito. Mi chiedo, alla visita medica, nessuno si accorge del problema? Spadaccini, abruzzese di 35 anni è in disarmo, ma trovo poco corretto presentandosi sul ring, conoscendo la sua situazione. A concludere i match finiti prima del limite, ci ha pensato l’allievo di Francis, il superpiuma Francesco Paparo (9-1-1), 23 anni, reduce della prima sconfitta contro Francesco Osnato.  Punto nell’orgoglio, che non manca certo al pugile di Rho, doveva dimostrare nella prova sulla carta più impegnativa, affrontando Mohamed Diallo (9-2), 23 anni, nativo della Guinea, in palio il tricolore vacante, il suo valore. 

Anche per Diallo si trattava di conquistare un trofeo sportivo di valore inestimabile, rievocando un passato allucinante, quando a 13 anni, nel 2014, lascia la Guinea sognando l’approdo in Italia. Che raggiunge dopo sofferenze pazzesche, compresa la lunga prigionia in Libia. Quando raggiunge l’Italia è segnato nel corpo e nello spirito. A Lastra a Signa riceve l’accoglienza sognata. Fernando Padariso gli trova casa e lavoro, lo porta nel gym che dirige, facendolo crescere fino al ruolo di sfidante al tricolore. Alla vigilia della sfida contro Paparo, è il favorito, sul ring trova un rivale nettamente superiore, capace di esprimere le potenzialità che il suo tecnico Francis predicava da tempo, finora realizzate solo in parte. Il milanese ha sempre tenuto il controllo: più rapido e preciso, ottimo gioco di gambe, mandando fuori misura Diallo, quando tentava la replica. Primo round di studio, ma già incamerato da Paparo.

Nel secondo, il toscano adottivo lancia un attacco ed è la sua rovina. Paparo non attendeva che quella mossa, lo evita e rientra con una serie, culminata da un sinistro al veleno e a Diallo si spengono le luci. Si rialza per orgoglio, ma le gambe sono malferme. Nella fase successiva Paparo è spietato: raffica di colpi, conclusa col destro al mento. Per Diallo è la fine del sogno. Per Paparo, il trofeo che gli era sfuggito da dilettante, lo conquista da pro al primo tentativo. “Chi non credeva nelle mie qualità è servito. Col maestro abbiamo studiato l’avversario in ogni dettaglio e trovato le contromisure. Sul ring si è visto chi era il migliore. Con questo faccio i complimenti al mio avversario, che aveva mani pesanti egli auguro una pronta ripresa, quando lascerò il titolo per salire a livello europeo”.                                                                                                                                                                     

Inedito a Milano, il medio romano Francesco Faraoni (7), già tricolore dilettanti nel 2017 a Gorizia. Pro dal 2022 a 28 anni, ha cambiato procuratore affidandosi alla TAF. Il moldovo Ion Catarau (1-5) 31 anni, ha interpretato il ruolo di collaudatore alla perfezione. Dopo il debutto nel 2022 a Odessa in Ucraina dove ha ottenuto l’unico successo, sconfitto in Svizzera, Spagna, Norvegia e infine a Como, incassa la quinta sconfitta perdendo con onore, con un rivale bene impostato anche se molto prudente. Dopo un avvio scoppiettante, sciorinando colpi precisi sopra e sotto, fegato compreso, Faraoni rallentava visibilmente per arrivare ai previsti sei round e fare fiato.

La cura Fragomeni evidentemente ha fatto molto bene al tunisino Akrem Aouina (11-1), 30 anni, attivo dal 2021 nei pro. Nel 2018 a Pescara, vinse a sorpresa il tricolore welter dilettanti. Nella scorsa stagione si è trasferito da Padova a Milano, mettendosi nelle mani dell’ex mondiale cruiser WBC nel 2009, centrando nel giro di sei mesi due traguardi importanti. Lo scorso 8 giugno a Monza, batte il romano Pietro Rossetti (8-4) cingendo il titolo italiano, sabato sera ha dominato il pur valido Nicholas Esposito (19), 30 anni, pro dal 2016, allenato dal papà a Cremona, già campione italiano (2021-2022), mostrando una boxe di rimessa spettacolare e concreta, conclusa dal montante sinistro, che trovava spesso il bersaglio. Dieci round copia e incolla, nonostante la generosità di Esposito un guerriero indomito, ma incapace di trovare la giusta contraria. Il punteggio finale è spietato (100-90, 99-91, 99-92) e rispecchia la realtà dei fatti. Dopo il tricolore aggiunge alla sua bacheca il WBC International Silver welter.                                                                               

    Dopo anni, anche il titolo italiano cruiser, trova il suo campione: Jonathan Kogasso (14), 28 anni, gigante congolese, prossimo alla nazionalità italiana, allievo di Vincenzo Gigliotti che lo ha cresciuto dal debutto sul ring. Per cingere la cintura, ha dovuto battere il calabrese di Fuscaldo, Roberto Lizzi (7-1), 23 anni, che ha pagato duramente la diversa struttura. Kogasso è un bronzo di Riace al cubo, Lizzi ancora da costruirsi muscolarmente. Il maestro Ercole Morello, che allena il nipote, ammette la superiorità di Kogasso: “Roberto deve crescere, mentre l’avversario è nel pieno del rendimento. Comunque ha dimostrato cuore e orgoglio, finendo ai punti”. Sulla generosità di Lizzi nessun dubbio, al punto che il pubblico lo ha sostenuto con gli applausi, prendendo atto che certe sconfitte meritano rispetto. Detto questo, va sottolineata la superiorità del nuovo campione, come hanno decretato i giudici (98-92) all’unanimità. Kogasso è bene impostato, boxe lineare e precisa, in attacco, nonostante le molte pause che hanno fatto arrabbiare Gigliotti il suo maestro: “Sono contento per il risultato, meno per il rendimento. Avrebbe dovuto vincere prima del limite, invece ha giochicchiato senza affondare. Se vuole salire, nelle prossime sfide, contro avversari validi deve trasformarle in decisione e cattiveria.”


Difficile non condividere questa filosofia, che rispecchia il carattere del maestro, guerriero indomabile sul ring. A questo punto, sorge naturale la domanda di chi potrebbe essere il prossimo avversario. In Italia, nella categoria figurano il romano Simone Federici (20-3), pro dal 2013 e il fiorentino Fabio Turchi (23-3) pro dal 2015. Sicuramente una sfida contro Turchi avrebbe un riscontro superiore, anche se rischiosa per il neo campione, la cui esperienza in rapporto all’eventuale rivale è decisamente inferiore. Gigliotti mi informa: “Stiamo lavorando per ottenere la cittadinanza italiana. In particolare la sindaca di Voghera che punta ad arrivare al presidente della Repubblica”. Il clou era riservato al medio Dario Morello (23-1) che la volta scorsa si impose sul triestino Luca Chiancone (10-1-2), allora imbattuto. Nuovo avversario scelto Felice Moncelli (24-8-2), 30 anni, pugliese di Corato, attivo dal 2012, col maestro Simone D’Alessandro all’angolo. Tecnicamente il campione del Mediterraneo WBC era di una spanna superiore e al termine dei dieci round la differenza è stata pesante (99-91, 98-92, 97-93), ma la larga vittoria è stata meno facile dei numeri.

Dico subito che Morello tecnicamente è un talento e non lo si scopre oggi. Non lascia il segno perché non carica, ma si affida alla velocità. Certe esecuzioni di sette e più colpi deliziano il pubblico. Una boxe raffinata da mostrare nelle scuole, che richiede anche una condizione perfetta. Morello nell’occasione mostrava fianchi pieni, ma non di muscoli. A riempire le pause ci pensava Moncelli, mai domo e in condizione atletica perfetta. Purtroppo per lui, accanto alla generosità non alberga quell’inventiva, chiamata talento, in dotazione a Morello.  Nel corso della riuscita serata di boxe, il promoter milanese ha dato appuntamento al pubblico per il 15 dicembre, col debutto di Diego Lenzi, il +92 uscito ai quarti a Parigi, comunque il migliore azzurro ai Giochi.

Non mancheranno match titolati e il gruppo di pugili beniamini che ruotano nell’alveo lombardo. Infine, Edoardo Germano è vicino all’accordo per una sfida parecchio stuzzicante nelle categorie pesanti. Presentato anche il massimo Guido Vianello, salito nei top ten dei giganti, che potrebbe combattere il 21 dicembre a Ryad in Arabia Saudita, nella mega riunione, imperniata sulla rivinta nei massimi tra Olek Usik e Tyson Fury. Senza escludere che in un prossimo futuro possa salire sul ring dell’Allianz milanese.                                                                                

    Con la solita classe, il ring announcer più popolare d’Italia, Valerio Lamanna, ha presentato gli incontri principali in stile americano. Molto gradito dagli spettatori.                                                                                                                                             

Giuliano Orlando

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