Grande successo a Carugate, spettacolari vittorie di D’Addazio, Reggi, Dioual e Faretina

Pubblicato il 15 ottobre 2024 alle 18:10
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

Grande successo a Carugate, spettacolari vittorie di D’Addazio, Reggi, Dioual e Faretina

di Giuliano Orlando

Scuola di Pugilato della Taverniti Promotion, hanno fatto centro pieno domenica al Palasport, ottenendo il tutto esaurito e offrendo lo spettacolo promesso. La scelta di completare la locandina con pugili lombardi ed operativi in regione li ha ripagati alla grande. Nel contempo, gli atleti hanno dato il meglio delle loro possibilità, tramutando incontri altrimenti mediocri in sfide equilibrate e spettacolari. Formula che ottiene sempre il massimo risultato.  L’unica eccezione riguarda il confronto nei supergallo tra il salvadoregno Douglas Leon Chavez (5-2), di stanza a Como e nazionalizzato italiano, 27 anni, reduce da due vittorie a Milano, che ha trovato di fronte il tunisino Aziz El Ghouiyal (1-24) di 31 anni residente Brescia, licenza italiana che gli organizzatori dovrebbero escludere dai programmi. Scorretto al limite della supponenza, trasforma il match in una rissa indecorosa. Chavez che non è un fuoriclasse, ma combatte rispettando i dettami del regolamento, si è trovato invischiato in tenute, abbracci e altre scempiaggini. L’arbitro è stato di una pazienza infinita, dando richiami al lungagnone tunisino, ma lasciandogli finire il match.  Anche se non più giovanissima, Martina Caruso (2), allieva dal maestro Francesco Seveso alla Pugilistica Brianza, 32 anni di Giussano, ha disposto con assoluta padronanza della fiorentina Antonina Cuti (1-11), della Pugilistica San Giovanni, ormai quarantenne, brava a reggere ai punti, contro una rivale che ha mani pesanti e ambizioni da realizzare in tempi brevi. Martina da quanto offerto a Carugate è sulla strada buona. In rapporto agli assoluti di Chianciano (dicembre 2023) ha arricchito il repertorio e coordinato meglio le azioni. Evidentemente i guanti sostenuti con Pamela Noutcho, che si batterà il 25 ottobre a Bologna contro la serba Pavlovic per l’europeo leggeri, sono stati utili per migliorare a sua volta.                                                                                                                                                                                            

 Sostenuto da numerosi fans, oltre che dai famigliari, il tatuatissimo medio Marco Bressani (2) ha ottenuto il secondo successo, a spese del serbo Ilic Bozidar (0-20-1), pro dal 2018, 31 anni, cliente abituale in Italia, che dopo un primo round disastroso (due kd), nel minuto di riposo, ha tirato fuori l’orgoglio e pur perdendo nettamente, ha concluso i quattro round previsti. Bressani, debutto a Istanbul, contro il locale Emre Tiunk (0-1), che non si aspettava di trovare un rivale tosto e in grado di batterlo, anche se non più giovanissimo (33 anni) può procedere avanti con fiducia.

Al di fuori del risultato, indico come il più bello della serata il confronto tra i piuma Nicolò Setaro (5-2) di Sesto S. Giovanni, pro dal 2023, 24 anni e il mancino coetaneo Youssef Al Mourchid (2), operativo a Bolzano, famiglia marocchina, nato a Bolzano, allenato dal maestro Francesco Nicotera, ottimo dilettante negli anni ’90, due argenti agli assoluti. Youssef, tornava dopo aver debuttato a Milano il 23 giugno scorso, battendo il locale Andrea Di Stefano. La boxe per l’allievo di Nicotera è stata la sua salvezza. Ricorda il maestro: “Arrivò in palestra e gli illustrai la nostra filosofia, ovvero la boxe è una disciplina che insegna soprattutto a crescere. Il ragazzo dimostrò grande intelligenza e in breve divenne uno dei più assidui e disciplinati. Non solo, aveva smesso di frequentare la scuola. Capì quanto sarebbe stato utile lo studio. Non solo finì le medie ma prese il diploma da ragioniere, ha un lavoro e non è da escludere che si iscriva all’università. In palestra è un esempio per tutti, non perde una seduta e ascolta i consigli, cercando di metterli in atto”.                                                                                                                                                                      

Sulla carta un confronto rischioso contro Setaro, visto il record. “Ho parlato con Youssef senza nascondergli nulla del valore dell’avversario, in particolare sul pericolo di un attaccante molto forte. Mi rispose che se voleva andare avanti, questi match lo facevano crescere. Il match ha mantenuto le promesse, compresi i rischi del secondo round, quando una sventola destra lo ha fatto contare. E’ stato bravo a non farsi prendere dal panico, ha reagito nel modo giusto, muovendosi e replicando nella giusta misura. Tecnicamente ha già un buon repertorio, anche se i margini di crescita sono ancora parecchi. Quello che mi ha soddisfatto è stato il recupero, concluso con quel montante al plesso di Setaro, facendolo contare nell’ultimo round. Significa molto per un giovane al secondo incontro da pro. Spero che l’amico Alessio Taverniti lo richiami ancora”.                                                                                                                                                                                

   La tua palestra sta crescendo notevolmente. Un segnale importante.                                                                                        

  “Infatti ho 27 ragazzi che fanno agonismo e insegno il pugilato in cinque scuole e anche i genitori stanno avvicinandosi ad uno sport che deve superare molti equivoci. Pensa che ci sono ancora persone convinte che ti rompono il naso per combattere! Si meravigliano quando spiego che la boxe riduce e controlla l’aggressività, oltre ad aumentare l’autostima.  Per fortuna i ragazzi sono i mei alleati più credibili”.


Prosegue la striscia positiva del supermedio marocchino Othmane Dioual (7-1-1), 28 anni, pro dal 2019, residente a Milano, allievo di Franco Cherchi all’OPI Gym a Milano, al quinto successo stagionale dopo una lunga sosta dovuta al covid. L’avversario Agop Margaryan (8-2), 23 anni, arrivava dalla Francia, molto alto con barba importante, ma dalla boxe limitata, impostata sul jab sinistro. L’ideale per Dioual, che avrebbe dovuto accorciare e scaricare colpi contro un avversario di scarsa potenza. Purtroppo, nonostante i consigli di Franco Cherchi, il colosso marocchini avanzava ma i pugni restavano nelle intenzioni troppe volte. Per sua fortuna, l’avversario non aveva armi per replicare a parte il timido sinistro e alla fine il verdetto era per Dioual.                                                                                                                                                                                           

         Tra i superpiuma locali Leonardo Faretina (8-5-1) di San Giuliano e Yuri Zanoli (3-17-1) di Rho si prevedeva guerra di campanile e guerra è stata.  Sei riprese di battaglia, con fasi alterne e gran tifo delle due opposte sponde. Tonnellate di pugni sparati, molti fuori bersaglio altri schivati e altri ancora giunti spenti. Il tutto serviva a fare spettacolo e divertire il pubblico.  Faretina ha un tasso tecnico migliore e infatti quando coordinava l’azione andava a bersaglio, mentre Zanoli encomiabile per la generosità, sprecava tesori di energie con serie esterne senza consistenza. Alla fine Faretina incassava la quarta vittoria dell’anno, mentre Zanoli era alla pari per gli applausi. I maestri Leo e Domenico Pasqualetti della Apot 1928 e Vismara e Foglia dalla parte di Zanoli hanno preparato al meglio i rispettivi atleti, per questo meritano la citazione.                   

Decisamente sbrigativo il medio Daniele Reggi (9-0-1), 26 anni, pro dal 2022, residente a Cernusco sul Naviglio, contro il serbo Zeljko Kovacevic (13-15-1), 35 anni, pro dal 2015, rimasto sul ring meno di tre minuti. Raggiunto da una serie di colpi al bersaglio alto, precisi e potenti, è franato al tappeto restandovi ben oltre i 10”, mentre i numerosi tifosi di Daniele esultavano rumorosamente. Al serbo l’Italia non porta fortuna. Nell’aprile 2023, a Santa Marinella nel Lazio, contro il fiorentino Yassin Hermi (15-1-1) aveva retto tre round. A Carugate ha concluso ancora prima. Daniele era soddisfatto del risultato: “Prima concludi nel pugilato meglio è. Forse ho esagerato ma i miei tifosi erano contenti ugualmente. Adesso lascio i guantoni a riposo e ripasso tutto quanto ho preparato per dare l’esame di laurea all’l’ISIS Leonardo Da Vinci, un traguardo importante per il mio futuro”.

Il promoter Alessandro Cherchi è convinto delle doti del superleggero Edoardo D’Addazio (11), 28 anni, pro dal 2021, abruzzese di Giulianova e lo ha portato a reggere il clou a Carugate, mettendolo di fronte all’argentino Miguel Antin (20-17-1), 31 anni sul ring dal 2015. Carriera a due facce: striscia di16 vittorie fino al 2018, poi la scelta del ruolo di collaudatore. Apparso diverse volte in Italia, lo scorso anno a Torino ha tenuto ai punti contro Maxim Prodan. Sfida sui dieci round, che il pubblico ha gradito moltissimo. D’Addazio ha vinto e su questo nessun dubbio, anche se Antin, da buon attore ha mostrato stupore per il risultato. L’argentino può ringraziare l’arbitro per aver lasciato correre sulle schivate a livello delle ginocchia del rivale. Entrando nell’aspetto tecnico del confronto, l’ospite ha usato l’esperienza e un repertorio vario e spettacolare per anticipare la furia incontrollata dell’italiano, organicamente eccezionale, ma tatticamente tutto da costruire. Comunque, esperienza utilissima, sempre che metta a profitto gli errori commessi a Carugate. In primis deve ragionare e non dare la precedenza all’istinto del guerriero. Antin aveva capito al volo che l’avversario era forte, ma anche ripetitivo e da mestierante con un pizzico di talento, ha sempre ridotto al minimo i danni. Personalmente ritenevo l’abruzzese più maturo tecnicamente. Sicuramente i soggetti come Antin lo faranno sempre soffrire, per questo è d’obbligo che D’Addazio inizi a ragionare, mettendo a frutto al meglio le doti offensive che possiede. Inoltre, non mai fatto un passo indietro per rientrare sulle azioni del rivale. Troppa foga e poco raziocinio. Vedremo al prossimo impegno quanto sarà servita questa prova non facile. Sicuramente il suo maestro Luciano Caioni saprà mettere in atto i correttivi necessari.

Sul piano organizzativo i complimenti ad Alessio Taverniti e al suo staff che hanno gestito una serata record nel modo migliore. Portare al Palasport oltre mille spettatori significa che hai in fiuto giusto in un contesto non facile.

Giuliano Orlando