A grandi passi verso la ripresa della Serie A: in attesa di domani, giornata decisiva, Gravina alza la voce ma il fronte calciatori non è da meno
Solamente l'immediato ritorno in campo consentirà al calcio italiano "di attutire il crollo dei ricavi sul breve periodo stimabili altrimenti in oltre 700 milioni, più di 500 generati dal blocco imposto dal Covid-19". A dichiararlo è stato oggi il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in un intervento sulla piattaforma web dell'osservatorio "Riparte l'Italia", ricordando i numeri del settore occupazionale del mondo del pallone: "Occorre difendere 100 mila lavoratori, un milione e mezzo di tesserati e 4,7 miliardi di fatturato". Domani sarà una giornata decisiva perché è previsto nel pomeriggio un incontro con il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e tutte le componenti del mondo del pallone.
Tra queste, ovviamente, c'è anche il fronte calciatori che però appare decisamente poco sicuro e convinto di riprendere se non in condizioni di estrema sicurezza. E il tweet di Damiano Tommasi, presidente dell'AIC (Associazione Italiana Calciatori) ne è la prova concreta: "Si sta come a maggio, in Italia, la Serie A", una rivisitazione della poesa 'Soldati' di Ungaretti. Difficile poter paragonare i calciatori a dei soldati di guerra ma la situazione nebulosa e intricata rende il futuro del calcio italiano incerto. La speranza - per non dire la certezza - è che giovedì 28 si trovi una soluzione definitiva. Stando alle ultime indiscrezioni, dovrebbe essere confermato che la Serie A possa ripartire a metà giugno, sebbene la data sia ancora da definire: l'idea è di riprendere il 13 con i 4 recuperi in sospeso, salvo poi ricominciare "alla pari" dal 20 giugno. Ma la sensazione è che, da qui alla ripresa del campionato, ci saranno ancora sorprese e colpi di scena. E il tema legato alla quarantena e al primo caso di contagio restano argomenti tabù che rischiano di far rendere la strada scivolosa la strada verso la conclusione del torneo.