L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha portato a sanzioni e decisioni nette da parte del mondo dello Sport che si è schierato, quasi in toto, contro Putin. Molte federazioni hanno risposto con una netta presa di posizione, a partire dal Comitato Olimpico internazionale, ossia il CIO, che con un comunicato ufficiale ha raccomandato che gli atleti russi e bielorussi siano banditi dai grandi eventi internazionali. La prima di una lunga serie di decisioni che puntano ad isolare la Russia, imbattutasi in una guerra che rischia di deflagrare.
Tra i tanti eventi cancellati, i primi sono stati quelli che proprio la Russia avrebbe dovuto ospitare: si parte dal GP di Sochi che la Formula 1 ha deciso di cancellare dal calendario. Inoltre non ci sarà nessun GP a San Pietroburgo - inserito in calendario dal 2023 - e anche Nikita Mazepin, pilota russo della Haas, potrebbe essere estromesso, con il brasiliano Fittipaldi pronto a prenderne il posto. La Russia non potrà ospitare nemmeno i mondiali di pallavolo e i Mondiali Juniores di nuoto a Kazan. Federazioni come la FIS, badminton e boxe hanno depennato dal calendario le competizioni sportive o i combattimenti in terra russa ma anche il mondo del calcio ha risposto in maniera importante: la UEFA ha spostato a Parigi la finale di Champions League programmata il 28 maggio a San Pietroburgo. Alcune squadre europee (Schalke 04 ad esempio) hanno interrotto partnership con aziende russe, Adidas ha sospeso con effetto immediato l'accordo con la Federcalcio russa e sia FIFA che UEFA hanno escluso la Russia dai playoff per i Mondiali del Qatar, idem per le squadre di club presenti come lo Spartak Mosca, che avrebbe dovuto giocare in Europa League contro il Lipsia.
Anche altri sport non hanno tardato a prendere posizione: le federazioni di hockey su ghiaccio (Iihf), rugby (World Rugby), badminton (Bwf), pattinaggio (Isu) e sci alpino (Fis) hanno dato eco alla volontà di veicolare un messaggio chiaro: isolare la Russia affinché il suo leader riveda la sua posizione e interrompa la guerra in atto contro l'Ucraina. Nel basket è stata sospesa la partecipazione dei tre club russi all'Eurolega. Nella pallavolo Fivb e Cev hanno fatto divieto ai russi di partecipazione a livello di squadre nazionali, club, ma anche arbitri, atleti di pallavolo, beach volley e snow volley alle proprie competizioni. La Cev ha inoltre sospeso tutti i rappresentanti dei due Paesi dai loro rispettivi incarichi nell’ambito dell’attività della Confederazione Europea. Discorso analogo per Atletica Leggera e Tennis, anche se ATP e WTA, al momento, potrebbero permettere agli atleti di disputare i tornei - Medvedev è diventato lunedì scorso numero 1 al mondo - tuttavia senza bandiera. Lo stesso vale anche per il ciclismo - squadre russe e bielorusse si sono viste revocare le licenze, non potranno gareggiare in eventi internazionali - e per il nuoto, che invece ha proibito agli atleti russi e bielorussi di prendere parte ad eventi sportivi ufficiali.
Lo Sport si è mosso in maniera coesa e coerente. C'è da dire che, ad esempio, 83 atleti paralimpici - russi e bielorussi - hanno visto il loro sogno Olimpico svanire non direttamente per cause loro. "Il benessere degli atleti è e sarà sempre una preoccupazione chiave per noi. Se Russia e Bielorussia rimangono qui a Pechino, le altre nazioni probabilmente si ritireranno. Probabilmente non avremo giochi validi. Se ciò dovesse accadere, l'impatto sarebbe di portata molto più ampia". Parola di Andrew Parsons, Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale. Per provare a interrompere una guerra occorrono decisioni forti e il mondo dello Sport, seppur non direttamente coinvolto, ha mostrato unità d'intenti e coesione. In attesa di segnali da Mosca o Kiev.