Nella giornata di domenica 15 novembre 2020, sia la MotoGP che la Formula 1 hanno assegnato il loro vincitore: se nelle quattro ruote, il settimo sigillo di Hamilton era preventivabile, nessuno avrebbe potuto immaginare di vedere trionfare, nelle due ruote Joan Mir
Domenica 15 novembre 2020 si è fatta la storia recente delle corse: Lewis Hamilton, con una gara autoritaria e con una facilità disarmante nel controllo della sua Mercedes in condizioni proibitive in quel di Istanbul, ha vinto il GP di Turchia e di conseguenza il settimo titolo Mondiale della sua prestigiosa carriera, pareggiando il record assoluto di Michael Schumacher. Conoscendo l'etica e la dedizione al lavoro dell'inglese, viene quasi da dire che il 44 è già orientato e concentrato a preparare il Mondiale 2021 che lo vede come grande favorito, vista la superiorità della Mercedes sulle dirette rivali ma soprattutto per le doti di Hamilton che, ad oggi, non sembra avere punti deboli, a tal punto che ci si anima, sui social ma non solo, nel tentativo di porre una classifica tra i più grandi di sempre, assieme a mostri sacri come Schumacher, Senna, Prost e via dicendo. La verità è che Hamilton è Hamilton e basta e difficilmente ci sarà un pilota in grado di fare ciò che ha fatto l'inglese che potrebbe scrivere la storia proprio nel 2021. L'unico ostacolo è al momento rappresentato dal contratto perché Hamilton è in scadenza, anche se la prosecuzione del matrimonio con la Freccia d'Argento appare praticamente scontato.
Se la Formula 1 ha visto trionfare il vincitore designato al via della stagione, alzi la mano chi si aspettava di vedere vincere il Mondiale di MotoGP a Joan Mir, pilota promettente ma che era reduce da un dodicesimo posto in classifica generale con una Suzuki tutt'altro che performante, anche se il compagno di squadra, Alex Rins, era riuscito a mettere i bastoni tra le ruote a Marquez, sottraendogli la vittoria nel GP di Gran Bretagna proprio all'ultima curva. L'assenza di Marquez, infortunatosi gravemente nel primo appuntamento del Mondiale 2020, ha spalancato le porte ad un outsider e Mir, classe 1997 e reduce dalla vittoria del Mondiale di Moto3 nel 2017, ne ha approfittato, costruendosi una classifica grazie a ben otto podi - cinque di fila tra Austria 1 e 2, Misano 1 e 2 e Catalogna - e una sola vittoria, nel GP d'Europa disputato a Valencia. Grazie a questa vittoria si è guadagnato un match ball già per la gara di Valencia 2 e il settimo posto è bastato per l'aritmetica vittoria del titolo con una gara d'anticipo. Domenica, a Portimao, scenderà in pista da numero 1, al termine di una stagione all'insegna della costanza e della velocità. Un plauso anche a Davide Brivio e ai tecnici della Suzuki perché la 'blu' di Hamamatsu è diventata nel 2020 la miglior moto della griglia. Certo, favorita dall'assenza di Marc Marquez, ma in ogni caso più veloce e performante di Ducati e Yamaha.