Dopo la ripresa delle serie A avevamo intitolato campionato riaperto, ora siamo qui a scrivere Napoli campione d’inverno.
E’ una questione di attimi fuggenti. Basta poco per spostare gli equilibri, pochi minuti finali che cambiano le sorti del campionato, nonché i titoli ai giornali.
Tutti pensiamo che le partite durano 90° minuti, non è così, le partite si concludono quando l’arbitro emette il triplice fischio finale.
Tutti pensavamo che è rigore quando arbitro fischia, famosa citazione del compianto Vujadin Boskov, ora è rigore dopo il controllo al VAR.
Così il Napoli allunga il suo vantaggio +7 sulle inseguitrici che rimane sempre il Milan, ma si aggiunge anche la Juventus. La squadra di Luciano Spalletti liquida la Sampdoria in una partita in cui il vero protagonista è l’arbitro Abisso e il VAR. All’inizio della partita è richiamato al monitor per il pestone di Murru, che in maniera fortuita calpesta a palla lontana la gamba di Anguissa che era scivolato, inammissibile; alla fine per non aver visto un evidente fallo di mano. Ma non è l’unico errore di giornata. Si lamenta anche l’Inter, danneggiata da una chiamata frettolosa , che nega la gioia della rete ad Acerbi. L’arbitro aveva visto ed aveva fischiato immediatamente un fallo sul difensore del Monza, che invece era inciampato su un proprio compagno. Da un possibile 3-1 nei minuti di recupero Caldirola svettava in area e complice il tocco di Dumfries fissava il punteggio sul 2-2. Emozioni allo stato puro tanto che abbiamo rivisto l’urlo di Galliani, in stile Perugia-Milan, Condor vola l’ Inter scivola a -10.
Proprio i minuti finali risultavano fatali al Milan, che ha gettato una vittoria che avrebbe meritato e che conduceva grazie alle reti di Kalulu e Pobega. Da due calci piazzati prima al 86° Ibanez e poi Abraham al 93°, rimettevano la partita in parità. Milan -7, Roma sempre quinta. I campionati si vincono con la difesa.
Questo pensiero ci porta alla Juve. I numeri sono impressionanti: 8 vittorie consecutive, di cui 5 per 1-0, imbattuta da 720 minuti, 12 clean sheat, insomma non subisce reti dalla eliminazione di Champions. Con l’Udinese è arrivata l’ennesima vittoria alla Allegri, decisa da capitan Danilo al 86°, su assist magistrale ed in acrobazia del rientrante Chiesa. Una Juve in stile ippico, sia per l’ormai consolidato corto muso, ma anche per le maglie che indossava più adatte al Derby di Epsom . Una curiosità,la rimonta juventina come quella della stagione 2015-16 è iniziata proprio da un derby vinto allora per merito di Pirlo al 94°, in questa da un goal di Vlahovic.
Parlando di stracittadina, e di rimonte subite, è il momento di parlare del Toro, fermato sul 1-1 a Salerno dalle parate del nuovo acquisto Ochoa. Un Torino che non ha capitalizzato le numerose occasioni create nel prima frazione di gioco facendosi così rimontare nuovamente. Se le partite terminassero nel primo tempo, sarebbe quinto. In questa particolare classifica spunterebbe in vetta la Lazio. Anche in questo turno non è bastato il doppio vantaggio, firmato Felipe Anderson e Zaccagni per portare a casa il bottino pieno. Calo di concentrazione, di tensione, troppa superficialità sono argomenti di cui il maestro Sarri dovrà lavorare. Lazio dunque sempre quinta insieme alla Roma, ma raggiunta dalla corsara Atalanta, capace di ribaltare lo svantaggio iniziale di Orsolini. La dea si rimette in corsa per un posto in Europa. Tale ambizione la coltiva sempre la Fiorentina. C’è voluto un rigore (dubbio) nel finale per piegare un Sassuolo sempre più in crisi. Chi invece torna a sorridere è il Verona che dopo mesi di astinenza e 23 partite in cui subiva rete, finalmente centra il triplice obiettivo, anche quello di sorpassare e lasciare all’ultimo posto la Cremonese.
Sarà una settimana intensa, sia di partite perché ci sarà la Coppa Italia con il solito format discutibile e senza appeal, ma soprattutto perché ci attende un venerdì di passione, ci si gioca un pezzo di SCUDETTO, nella sfida tra il Napoli campione d’inverno e la prima inseguitrice, quella più accreditata alla vittoria finale, la vecchia signora, che soffre, che non muore e che risorge.
a cura di MARCO FOIANESI