La Roma, dopo una stagione tra mille difficoltà, dovrà sopportare anche l'ultimo dolore e salutare Daniele De Rossi. In questo caso, oltre ai poveri tifosi, anche la squadra è stata vittima di un'ingiustizia che ha fatto molto rumore. Il capitano giallorosso infatti è un simbolo della Roma, ma anche un giocatore rispettato e apprezzato da tutti i tifosi avversari.
l modi e tempi della società di non rinnovargli il contratto (in scadenza a giugno), sono stati sbagliati per un campione di questo livello. La scelta però è irremovibile e ormai bisogna guardare in faccia la realtà. All'Olimpico, tutto esaurito per l'occasione con 60mila persone, ci sarà la contestazione a Pallotta ma non deve rovinare la festa di De Rossi. L'Olimpico si prepare a vivere un addio simile a quello di Totti, che due anni fa tra lacrime e ricordi lasciò il calcio.
L'unica differenza è che De Rossi continuerà a giocare perchè si sente ancora competitivo sul rettangolo verde. In ogni caso il centrocampista non tradirà la Roma e dovrebbe andare all'estero. Il passato non si può dimenticare e quello di De Rossi resterà nella storia di questa società. Il classe 1983 ha passato un'intera carriera con questi colori: 18 stagioni dal suo esordio ufficiale e un totale di 615 partite con la maglia giallorossa.
Una bandiera della Roma che è stato amato e sostenuto anche in Nazionale, dove è il 4°giocatore più presente dietro leggende come Maldini, Cannavaro e Buffon. Nella sua carriera ha vinto pochi trofei (due Coppe Italia e una Supercoppa con la Roma) ma nella sua bacheca c'è la Coppa del Mondo 2006, il più importante in assoluto. Il ricordo di De Rossi comunque non sarà legato alle medaglie, ma al suo rispetto, sacrificio e affeto per la maglia della Roma e per il gioco del calcio.