Fa davvero sensazione la rinascita del Leicester, passato dalla polvere alle stelle nello spazio di tre settimane. Era il 27 febbraio scorso quando, reduce dalla bruciante eliminazione in Fa Cup per mano del Millwall e sprofondato in piena zona retrocessione in Premier League, la squadra di Vardy perdeva 2-1 a Siviglia nell'andata degli ottavi di finale di Champions. Una sconfitta tutto sommato rimediabile ma che era costata la panchina a Claudio Ranieri, l'eroe dell'incredibile campionato vinto la scorsa stagione dalle Foxes contro ogni pronostico. Il tecnico romano, con una decisione impopolare e apparsa incomprensibile alla maggior parte di colleghi, tifosi e opinionisti, era stato esonerato per fare spazio al vice Shakespeare.
I rumors davano ormai per compromesso il rapporto tra
Ranieri e lo
spogliatoio, con qualche tabloid inglese che si era spinto fino al punto di ipotizzare che la squadra negli ultimi tempi stesse giocando addirittura contro il suo allenatore. Voci e malignità a parte, resta il fatto che l'addio di Ranieri ha coinciso con una vera e propria rinascita del
Leicester. Il dato è schiacciante e incontrovertibile: nelle ultime tre partite disputate, due di
Premier League e una di
Champions, le
Foxes hanno sempre vinto battendo nell'ordine il
Liverpool (3-1), l'
Hull City (3-1) e il
Siviglia (2-0) per un totale di otto reti segnate e due sole subite. Il successo di ieri sugli spagnoli, inoltre, è valso la storica qualificazione ai quarti di finale di
Champions dove ora il
Leicester si è ritagliato il ruolo di mina vagante. Davvero niente male per una squadra che, meno di un mese fa, era data per finita.