L’Inter dopo il pareggio contro il Chievo Verona di ieri, mastica amaro per aver buttato al vento due punti. Incomprensibile l’atteggiamento della squadra nel secondo tempo. Forse appagata, forse stanca, forse troppo convinta di aver vinto. Tanti aspetti che potrebbero dare una risposta a quello visto ieri al Bentegodi nei secondi quarantacinque minuti di gara. Di certo Marotta e la Società non hanno gradito la prestazione della formazione di Luciano Spalletti. Serve crescere come mentalità, acquisire fame e voglia di vittorie. Vincere aiuta a vincere e Beppe Marotta lo sa bene: “Bisogna migliorare i risultati ed iniziare a vincere qualcosa. Serve alzare un trofeo anche per aumentare i ricavi”.
Queste le sue parole ieri sera a Verona. Mentre sul mercato non si sbilancia: “A gennaio è difficile trovare giocatori in grado di migliorare l’aspetto tecnico e tattico, ma consoni all’idea di gioco dell’ allenatore. Non faremo colpi a sensazione”. Parole chiare e precise. Serve vincere una competizione per alzare il livello della squadra, aiutare i ricavi, aumentare l’appeal del brand Inter a livello commerciale. Occhio vigile sul mercato, gennaio ha abituato i tifosi dell’Inter a qualche acquisto, ma raramente sono stati innesti azzeccati. Si salvano in pochi: bene Cordoba e Seedorf nel 2000, male Shaquiri e Podolski qualche anno fa. Rafinha, invece, il vero uomo in più che lo scorso anno ha contribuito alla qualificazione in Champions League della banda Spalletti. Work in progress in casa Inter, le attenzioni di Marotta sono più incentratesu i parametro zero in questo momento, la lista è lunga per rinforzare la rosa. In primis Mesut Ozil ed i tanti gioielli che rischiano il “free agent” il 30 giugno della Premier League.
A cura di Giovanni Parisio