L’Inter riceve a San Siro il Salisburgo nella terza giornata di Champions League, con l’intento di confermare il primo posto nel girone che attualmente condivide con la Real Sociedad, e fare un bel balzo in avanti verso la qualificazione.
E’ bastato un secondo tempo ben giocato all’Inter per far andare via le nubi che stavano iniziando ad addensarsi dopo i primi 45 minuti molto soporiferi all’Oimpico Grande Torino contro i granata, poi travolti nell’ultima mezzora di gioco grazie alla Thu-La e al rigore nel finale trasformato da Calhanoglu, che ha messo il punto esclamativo su una vittoria molto importante per la classifica, dopo i 2 punti gettati al vento prima della sosta contro il Bologna. Un buon viatico in vista dell’impegno di Champions League contro il Salisburgo, in cui l’Inter ha la possibilità di fare i primi passi decisi verso gli ottavi di finale. Sono 4 i punti raccolti dall’undici di Simone Inzaghi dopo i primi 180 minuti, con il pareggio molto sofferto colto a San Sebastian con la Real Sociedad e la vittoria, più netta di quanto non indichi lo striminzito 1-0 finale, contro il Benfica che ha proiettato i nerazzurri in vetta al girone con gli stessi spagnoli.
Il Salisburgo segue appena dietro, con 3 lunghezze, quelle conquistate al Da Luz contro i portoghesi alla prima giornata, ma poi è arrivata una sconfitta alla Red Bull Arena contro la Real Sociedad, sempre per 2-0, che ha subito riportato con i piedi per terra gli austriaci, il cui obiettivo è di rimanere ancora aggrappati alla possibilità di qualificarsi dopo le 2 partite che giocheranno con l’Inter, la prima delle due a San Siro. E’ molto dolce per l’Inter l’unico precedente a livello europeo che c’è tra le due formazioni, che ci riporta indietro a quasi 30 anni e per la precisione alla seconda delle 3 affermazioni in quella che un tempo veniva definita Coppa UEFA, in una finale che si giocava ancora su due partite e che ha visto prevalere i nerazzurri con un doppio 1-0, quello firmato da Nicola Berti nel mitico Prater di Vienna e ribadito da Wim Jonk nel ritorno a San Siro, che ha consegnato il trofeo al club meneghino.
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