Le parole del presidente della Roma James Pallotta hanno scatenato un vero e proprio putiferio. Prima l'attacco frontale al Milan, seguito dalla replica di Fassone e dalla nota di scuse dello stesso patron giallorosso, e poi la frecciata al suo ex direttore sportivo, ora punto fermo della nuova Inter, Walter Sabatini. La replica, anche in questo caso, non si è fatta attendere: "Ho sempre ammirato la genialità del presidente della Roma, James Pallotta - le parole di Sabatini all'Ansa - puntualmente riconfermatasi quando ha deciso di accettare le mie dimissioni a settembre e non a maggio quando le avevo presentate. Nonostante la sfiducia che Pallotta oggi lamenta ho quindi dovuto e voluto completare la campagna acquisti che per sua fortuna ha portato la mia squadra ad ottenere 87 punti in campionato e a garantire 120 milioni di introiti al 30 giugno, permettendogli di passare un'estate esaltante come si evince dai giudizi espressi su cose e persone".
"Auspico che la Roma possa in futuro ribadire classifica e introiti con i calciatori individuati ed acquisiti dalla nuova gestione - aggiunge -, permettendo a Pallotta di continuare ad inebriarsi dell'idea di sé stesso e della sua presidenza". Ancora più dure, poi, le dichiarazioni dell'ex romanista ai giornalisti che lo hanno intercettato sotto la sede dell'Inter a Milano: "Nessuno vuole riconoscenza, ma equità sì. Meglio lasciare perdere Pallotta, le sue sono parole inutili, buttate lì, in stato confusionale e non richieste da nessuno". Ben diverse, invece, le parole per l'ex presidente dell'Inter, Massimo Moratti, che ha esaltato il lavoro fin qui svolto da Sabatini, confermando la fiducia nei suoi confronti: "Le parole di Moratti mi inorgogliscono - conclude Sabatini - perché lui è un presidente. Un presidente vero".