In attesa dell'ufficialità, Luciano Spalletti si sta già muovendo da tecnico dell'Inter e, aspettando i primi colpi in entrata, ha fatto capire una cosa alla dirigenza: Ivan Perisic non va ceduto ma è considerato una pietra angolare da cui ripartire. Il problema è che l'Inter deve incassare almeno 30 milioni di euro entro il 30 giugno per rispettare il Fair Play Finanziario e così sono obbligatorie delle cessioni.
La vendita di Perisic al Manchester United di Mourinho, che aveva messo sul piatto 40 milioni ma sembrava disposto a salire fino a 50, avrebbe sistemato la questione con la Uefa ma la dirigenza, con Ausilio e Sabatini, è convinta di coprire quel "buco" provando a piazzare Brozovic (piace allo Zenit), Murillo (ci sono Villarreal e Everton), Banega (richiesto in Cina) e Ranocchia (ha estimatori in Premier), giocatori che non rientrano più nei piani della società che fa capo al gruppo Suning.
Una volta sistemata questa questione, l'Inter piazzerà i primi colpi in entrata: per la difesa gli obiettivi sono Rudiger della Roma come centrale (impossibile Manolas che rinnova coi giallorossi), mentre per le fasce il preferito a sinistra resta Dalbert del Nizza, a destra spunta Mariano del Siviglia, con gli olandesi Rick Karsdorp del Feyenoord e Kenny Tete dell'Ajax, entrambi del 1995, come alternative in prospettiva; per il centrocampo invece il sogno è Rabiot del Paris Saint Germain che costa almeno 35 milioni di euro ma i nerazzurri potrebbero ottenere uno sconto inserendo Kondogbia come parziale contropartita.