ISTANBUL La Turchia è tornata ad ospitare i mondiali femminili, vent’anni dopo. La prima volta ad Antalya nell’Anatolia, nel 2002, stavolta nella grande metropoli sul Bosforo, ospitando ben 73 nazioni e 310 atlete, record assoluto per questa 12° edizione, iniziata il 9 maggio che si concede un meritato turno di riposo, dopo otto giornate di combattimenti decisamente intensi. Livello molto alto generale, con esclusioni clamorose, ma anche il mondiale col maggior numero di 3-2, che non esprimevano equilibrio, ma valutazioni divergenti, arrivando al tetto dei sette punti, in confronti di tre round, il segno drammatico del grave problema che affligge l’IBA e che il CIO tiene sotto osservazione, col pericolo gravissimo che i Giochi di Parigi 2024, chiudano la storia dello sport, nato con l’uomo. In questo disordine tecnico, pagano atlete che meriterebbero la vittoria e purtroppo vengono ingiustamente eliminate. In questo elenco possiamo tranquillamente mettere le nostre Giordana Sorrentino e Assunta Canfora, uscite nei quarti e dispetto di quando dato sul ring. La piccola romana ha colpito più preciso, ha costretto l’uzbeka Yokubova a gettarsi in avanti sbracciando e colpendo per linee esterne, spingendo e legando, che quattro giudici hanno ritenuto meritevole del successo, due addirittura per 30-27, da non credere. Solo l’algerino assegnava la vittoria all’azzurra. Ancora più scandaloso il verdetto favorevole all’olandese Heijnen, vecchia conoscenza già ai mondiali youth e tornei giovanili, che si trova sul podio, al posto di Assunta Canfora, tanto generosa e resistente, quanto vittima di tre giudici, che hanno capovolto l’andamento di una sfida intensa, dove l’azzurra metteva sempre un colpo in più. Purtroppo solo due giudici valutavano con criterio, gli altri tre incapaci di interpretare la realtà dei fatti. Comunque l’Italia si assicura due atlete sul podio, grazie a Irma Testa (57) e Alessia Mesiano (60) tornata sul podio, che ben conosce essendo salita su quello più alto nel 2016 e già due anni prima aveva conquistato il bronzo. Una continuità impressionante, per la trentenne romana, il cui rendimento è salito nella precedente stagione, dopo aver risolto annosi problemi alle mani. Per arrivare al podio ha battuto la pericolosa turca Yildyz, avversaria di Irma agli europei 2019 a Madrid, qualificata per i Giochi di Tokyo nei leggeri, che non si aspettava di doversi arrendere all’italiana così nettamente. Stesso discorso per la portoricana Tapia, campionessa americana e per la greca Cani, bronzo iridato uscente, che aveva eliminato la marocchina Rhaddi, la punta africana. Tre match intensi, tre vittorie nette. Adesso trova la brasiliana Ferreira, argento a Tokyo, oro agli scorsi mondiali 2019, con la quale Alessia ha disputato riprese di guanti nello stage di Assisi, dove le carioca si sono allenate. Sulla carta i pronostici dicono Ferreira, ma i pronostici sono fatti anche per essere smentiti e Alessia farà l’impossibile per riuscirci. La Testa, campionessa d’Europa di Madrid 2019, alla prima presenza ai mondiali ha già conquistato il podio e il percorso non è stato per nulla facile. Debutta battendo Camara del Mali, inferiore tecnicamente ma molto forte e coraggiosa, che ha tentato in tutti i modi di attaccare. Il secondo ostacolo, la giapponese Kimura viene liquidato in meno di due round. Che sarebbe stata battaglia pesante contro la polacca Kruk era previsto. Per batterla non bastava schivare, ci volevano pugni per ribattere un panzer con la forza di un uomo. Faticava la nostra azzurra, ma trovava sempre il colpo in più. Per arrivare al podio l’ostacolo si chiama Turdibekova, giovane uzbeka del 2002, ma decisamente molto brava. Irma dopo un primo round prudente, offriva il meglio nella seconda ripresa, sciorinando il repertorio della campionessa, Rientri e schivate al millimetro, sposamenti e colpi anche esterni che trovavano bersaglio, ripetendosi anche nel terzo. Una vittoria netta, con due 30-27 e due 29-28 a significare che i giudici sono molto severi col bronzo olimpico, Adirittura il giudice USA ha visto l’uzbeka vincente! Nel segno della confusione più assoluta. Mi giunge notizia che qualcuno ha raccontato che Irma nei quarti abbia affrontato e battuto una kazaka di 32 anni, descrivendo la sfida nei minimi particolari. Sono cose che capitano, ma andrebbero evitate. La prossima avversaria è l’indiana Manisha, coetanea che ha bene impressionato. Vedremo se la nostra star, saprà brillare anche in questa prova non facile. A Istanbul, hanno raggiunto il podio ben 27 nazioni, anche qui record, con la Turchia davanti a quota sette, seguita da Kazakistan (5), India e Thailandia (3); con due podi Uzbekistan, Polonia, Italia, Canada, Irlanda, Brasile e Mozanbico. Uno a testa per USA, Argentina, Olanda, Spagna, Romania, Kosovo, Francia, Taipei, Australia, Algeria, Marocco, Panama, Bulgaria, Lituania e Colombia.
A livello statistico, Mozambico, Kosovo, Algeria e Lituania entrano per la prima volta nel medagliere. Col particolare che il Mozambico e il Kosovo erano presenti, con due e una atleta arrivando al podio. Tra le vincitrici 2019, figurano in semifinale solo la brasiliana Ferreira (60) e la turca Surmeneli scesa a 66 dai 69 di Ulan Ude. Oltre alla Russia e Bielorussia escluse per l’invasione dell’Ucraina, non si sono presentate la Cina, le Filippine una sola iscritta. Tra le nazioni presenti, sono rimaste fuori dalle semifinali l’Armenia, l’Inghilterra, la Finlandia, la Germania, l’Ungheria, la Korea, la Mongolia e l’Ucraina.
La Francia si è salvata grazie a Davina Michel nei 75 kg. dopo che aver perso per strada Rima Bennama, Moulai, l’argento uscente Cruveiller e l’inesperta Grosy. Meno bene del previsto anche l’India giunta con grandi ambizioni con la squadra al completo (12), giunta in semifinale con solo tre atlete, comunque un bilancio buono qualora riuscisse a vincere almeno un oro, fallito nel 2019. Nelle previsioni la Turchia, nazione ospitante, sembra destinata al trionfo con sette podi assicurati e almeno cinque atlete favorite, in particolare la Surmeneli, che già vinse nel 2019, oro olimpico a Tokyo, finora una passeggiata di salute. Poi ci sono Cagirir, Cakiroglu argento a Tokyo, e le stagionate Guner 34 e Demir 40 anni, a loro volta favorite nelle categorie più pesanti. Sorprende fino ad un certo punto l’assenza dell’Ucraina, spesso penalizzata dai giudici, ben sei sconfitte per 3-2! Deludenti anche gli USA, una sola atleta sul podio con otto iscritte. Oltre al canale del campionato, le semifinali verranno trasmesse, per quanto riguarda le due italiane su Raisport, Gli orari delle semifinali di mercoledì, prevedono la parte pomeridiana con inizio alle 14 dei 48, 52, 57 dove combatte Irma Testa, 63, 70, 81, mentre il programma serale dalle 18, comprende i 50, 54, 60 con Alessia Mesiano, 66, 75 e +81. Le finali si svolgeranno nei giorni 15 e 16, domenica e lunedì, con inizio sempre alle 18.
Giuliano Orlando