In attesa degli europei youth maschili e femminili fissati a Sofia in Bulgaria dal 14 al 21 aprile, con sette azzurre e dieci azzurri presenti, guidati dai tecnici Valeria Calabrese, Gianfranco Rosi, Francesco Damiani al quale do il benvenuto per il ritorno nei quadri tecnici, Giuseppe Foglia e Giuseppe Russo, l’Italia al femminile ha preso parte a due tornei con le senior. A Phucket si è svolto il Thailand Open presenti Roberta Bonatti (48), Giordana Sorrentino (51), Sirine Charaabi (54), Irma Testa (57), Alessia Mesiano (60), Assunta Canfora (63) e Angela Carini (66) guidate da Emanuele Renzini e Riccardo D’Andrea, il fisioterapista Pierluigi e l’arbitro Gaetano Valentino. A Targu Mures in Romania il Golden Belt, presenti quattro azzurre: Olena Savchuk (52), Sharon Prisco (54), Arianna Cornio (66) e Melissa Gemini (70), con i tecnici Laura Tosti e Massimiliano Alota. In Romania bilancio decisamente negativo. In un torneo con sole 46 atlete spalmate in dieci categorie, provenienti da 12 nazioni (Romania, Italia, Spagna, Ucraina, Irlanda, Ungheria, Germania, Uzbekistan, Bulgaria, Moldovia, Georgia e Belgio), in alcune delle quali, le presenti avevano il podio assicurato prima di combattere. Nei 52 l’abruzzese-ucraina Savchuk, la più titolata, dopo aver battuto la modesta tedesca Podaru, in seminale affronta la quotata ed esperta ucraina Kob, medagliata agli europei, con la quale ingaggia una lotta serrata, cedendo nella parte finale. Nei 54 Sharon Prisco ha ceduto nettamente di fronte alla tedesca Nasser, più veloce dell’azzurra, in calo di condizione, dopo l’ottimo argento agli europei U22 in Croazia. Valeva la pena di portarla in Romania? Nei 66 la ligure Arianna Cornio, ha trovato l’irlandese Walsh, una delle più quotate in Europa e non poteva ambire certo alla vittoria. Diciamo che ha fatto esperienza. Comunque un bronzo trovato. Capisco che il mio pensiero vale un refolo di vento, ma resto dell’opinione che la viterbese Melissa Gemini, campionessa europea youth 2019 nei 69, salita ora tra le senior oltre a non aver compiuto quel salto tecnico atteso e necessario, aver preso peso come a Roseto degli Abruzzi nel 2021, quando combattè addirittura nei 75, essere tornata a 70, non fa più quella differenza atletica che pesava nelle youth. Da tempo alla Gemini resta il temperamento che serve a poco contro avversarie forti ed esperte, oltre che tecnicamente valide. Se questo i responsabili non l’hanno capito c’è da preoccuparsi. So benissimo che la Gemini è una buona forchetta e quindi il problema è di carattere alimentare. Si tratta di valutare quanta volontà ci sia da entrambe le parti per trovare la soluzione migliore. Di fatto Melissa non è cresciuta tecnicamente, situazione che doveva essere la prima necessità.
Il torneo di Phucket in Thailandia, ho potuto seguirlo giorno per giorno sull’emittente televisiva, e la prima osservazione è stata quella che la prima responsabile di troppi verdetti sballati è la Commissione Tecnica che ha fatto giudicare persone incapaci e forse in malafede, in particolare i giudici thailandesi, la neo zelandese, un vero disastro e anche arbitri locali che non si sono fatto pregare per aiutare gli atleti di casa. Inoltre, certe giurie e non poche, formate da nazioni asiatiche si schieravano per il loro continente, fossero vietnamite, nepalesi, di Singapore o del vicinato, escluse Taypei e India, evidentemente poco gradite. E qui entro nel merito. Faccio una premessa, vietnamite e thailandesi hanno un non stile, ovvero fanno molta lotta (abbracci e tenute) e poca boxe, al contrario di indiane e filippine e ovviamente delle italiane. Altra osservazione non meno importante, troppi giudici e arbitri erano di livello scadentissimo, in particolare la parte femminile, alcune di incapacità imbarazzante. Che debbano fare esperienza va bene, ma che a pagare spesso siano le azzurre fa girare le scatole. Il responsabile della squadra Emanuele Renzini, ha perso spesso la pazienza, in particolare per i verdetti che hanno punito Angela Carini e Giordana Sorrentino che non avevano certo perso con la thai Baison e la viet Tam. Le azzurre avrebbero meritato la finale e forse la vittoria. Ottimo il rientro di Irma Testa che oltre alla nepalese Chanddrakale in semifinale ha battuto la quotata indiana Manisha, una delle punte dell’India. Il 3-2 grottesco in finale contro la thailandese, lo spiega il responsabile dell’Italia.
Che dice: “Non voglio pensare alla malafede, ma certo l’incapacità della direzione arbitrale ha condizionato i giudici, già modesti e influenzabili dall’ambiente. Questo purtroppo ha penalizzato Angela e Giordana. La romana è stata data sconfitta 3-2 contro una viet che andava squalificata fin dalla prima ripresa. Invece la neozelandese che arbitrava, dopo un primo richiamo ha lasciato correre e la giuria ha fatto il resto. Angela a sua volta contro la locale Baison, era stata l’unica a fare pugilato, ma evidentemente a Phuket preferiscono il werstling. Anche in finale le sconfitte di Alessia e Sirine, con sonanti 0-5, fanno pensare a passeggiate per le avversarie, mentre entrambe hanno lottato alla pari. Il 3-2 per la Irma in finale è semplicemente ridicolo. Spiego il perché leggendo la scelta della giuria. Filippina e thailandese hanno segnato 30-27 per la locale Techssuep, quindi un giudizio falso in partenza e qui ci sarebbe da indagare su tali scelte, mentre l’italiano, la neozelandese e Singapore hanno votato nettamente e giustamente per l’azzurra, di uno scalino superiore, La boxe di Irma è quella di una fiorettista, basta rivederla al rallentatore per valutarne la precisione e il tempismo. Che poi la thai legasse e muovesse le braccia a mulinello oltre a mosse varie, il regolamento non dovrebbe considerarle come situazioni di vantaggio. Salvo che per alcuni giudici asiatici. Niente da dire sulla Canfora, scarica e fuori condizione, mentre Roberta Bonatti dopo aver battuto l’ostica nepalese Susma, ha ceduto sia pure di misura e non certo come hanno segnato i giudici, alla locale Chutasam, più intraprendente. Comunque, viste le tante difficoltà ambientali e arbitrali, tornare a casa con cinque medaglie, un oro con la nostra capitana Irma, due argenti di Charaabi e Mesiano, oltre ai due bronzi di Canfora e Bonatti, non è male. Considerando i furti a Giordana e Angela. Quello che preoccupa è la situazione di arbitri e giudici, veramente sconcertante”.
Giuliano Orlando