La storia si ripete. Dalla felice partita di esordio in Nazionale in uno spareggio mondiale nel gelo di Mosca alla possibile chiusura di una carriera record sempre con la Russia come sfondo ai Mondiali del 2018 . E' questo il destino che il capitano azzurro Gianluigi Buffon si augura possa accadere. L'unico ostacolo sulla strada del portiere bianconero si chiama Svezia che l'Italia dovrà per forza superare nella doppia sfida playoff per strappare quel tanto desiderato pass mondiale. Se l'Italia dovesse volare in Russia per Buffon sarebbe il suo sesto Mondiale (nessuno come lui nella storia): "Il ricorso di vent'anni fa è molto simpatico, ma ne avrei fatto volentieri a meno, dice il capitano azzurro a Rai Sport. Se passiamo, per me sarà leggenda. È sempre un rischio, l'importante è che il risultato finale sia lo stesso di vent'anni fa".
Il tempo passa per tutti anche per chi ha scritto pagine della storia del calcio come Buffon: "Un po' mi manca quella spensieratezza, quella spavalderia tipica di chi è giovane e deve ancora prendere bacchettate sulle dita. Più vinci, più sbagli, più impari; poi maturi e impari a contare fino a dieci. Adesso sono più riflessivo, mi auguro che sia diventato anche un portiere migliore. Una volta combattevo l'ignoto con un eccesso di esuberanza che poteva sembrare irriverenza nei confronti e del mondo, adesso invece so bene a cosa vado incontro".
Il pericolo da superare si chiama Svezia e secondo il portiere è una squadra da non sottovalutare: "Della Svezia fa paura la loro metodicità. Fanno sempre le stesse cose, ma le fanno bene. Con queste squadre se giochi da sei perdi, se giochi da 6,5 pareggi, da 7 in su invece vinci. Perciò occorre fare una bella partita anche individualmente". C'è tempo anche dei ricordi del "biscotto" all'Europeo 2004 che sono ormai lontani. "Il tempo passa. L'uscita da quell'Europeo fu bruciante, ma se avessimo fatto meglio prima, non ci sarebbero stati problemi. Se ti ritieni una squadra forte, sai che il destino passa dalle tue mani".
L'appuntamento con la storia è alle porte e tutta l'Italia dovrà essere unita per raggiungere insieme l'obiettivo: "Non dobbiamo sentire la pressione esterna. Sappiamo già che andiamo incontro a due partite importanti per il nostro calcio e per l'Italia intera. Abbiamo fiducia in Ventura. Il confronto del Filadelfia tra la squadra è stato fatto passare come un qualcosa di eccezionale, invece è normale che dei professionisti, quando non riescono a esprimersi, debbano essere disponibili a qualsiasi confronto per superare gli ostacoli. Capita spesso sia alla Juventus che alla Nazionale, ma magari non si viene a sapere". La battuta finale è ovviamente sulle sue sensazioni prima di questo playoff: "L'Italia andrà al Mondiale? Se me lo chiedevate vent'anni fa avrei risposto che siamo già al Mondiale, ora dico che stiamo lavorando per andarci".