Per Daniele De Rossi, così come per gli altri simboli della Nazionale Buffon, Barzagli e forse Chiellini, arriva il momento di annunciare l'addio alla Nazionale dopo una vita passata con la maglia azzurra. Il centrocampista giallorosso protagonista di grandi battaglie e vittorie con l'Italia chiude la sua avventura dopo l'amara eliminazione dai Mondiali per mano della Svezia. Alla fine della gara De Rossi si è espresso così: "Sono 16-17 anni che giro per Coverciano. E pensare che è l'ultima volta che mi sono tolto questa maglia fa molto male. Dopo la partita c'era un'atmosfera funebre con gli altri".
Il centrocampista azzurro, autore dello sfortunato autogol dell'andata e in panchina per tutto il ritorno, aveva dichiarato in conferenza stampa che una probabile eliminazione dal playoff mondiale gli avrebbe macchiato per sempre la sua carriera. In effetti questa sconfitta è stata epocale perchè non succedeva da 60 anni, la prima volta nel 1958, chel'Italia non riuscisse a qualificarsi per la Coppa del Mondo. Il suo palmares però non può e non deve essere ricordato solo per questa sconfitta perchè De Rossi con la maglia della Nazionale era ancora uno, insieme a Buffon e Barzagli, dei tre supersiti del Mondiale vinto in Germania nel 2006. E' stato anche vice-campione d'Europa nel 2012 e con 117 presenze è quinto nella classifica di presenze all-time con la maglia azzurra. De Rossi è anche il giocatore della Roma che conta più presenze e gol in nazionale e inoltre risulta anche il centrocampista più prolifico di sempre nella storia della Nazionale del dopoguerra.
Insomma record su record che di certo gli rendono onore anche se a fine partita ha dovuto commentare così la storica eliminazione sperando nel futuro dei nuovi giovani: "È un momento nero per il nostro calcio, nerissimo per noi che abbiamo fatto parte di questo biennio. Ci sarà tempo per analizzare per tutti. Credo che la Federazione dovrà riflettere per capire come ripartire. L'unica cosa da salvare è lo spirito e la voglia che abbiamo messo fino all'ultimo secondo di questa avventura. Al di là di tutto ciò che è stato sbagliato tatticamente, tecnicamente e fisicamente, non meritavamo di uscire. Complimenti a loro perché hanno fatto la loro partita come è giusto che fosse. Abbiamo tanti giovani, si deve ripartire da loro a tutti i costi".
Infine sulla polemica in panchina, con le immagini che lo ritraggono rifiutare il riscaldamento, il centrocampista chiarisce. "È stato un momento frenetico, ci scaldavamo a tre a tre e ho chiesto di far entrare gli attaccanti lamentando che dovevamo vincere e non pareggiare. Magari Insigne o El Sharaawy che potevano servire più di me. Ho dato un'indicazione tattica che non mi spetta, mi scuso. Ma se chiamato sarei entrato".