La delusione per la sconfitta nella finale di Champions League a Cardiff contro il Real Madrid è ancora viva ed intensa nella mente di tutti i tifosi della Juventus, ma per Gigi Buffon è già arrivato il momento di voltare pagina. Il capitano della Juve e della Nazionale, infatti, pensa solo alla partita contro il Liechtenstein, valida per le qualificazioni Mondiali in vista di Russia 2018. Nonostante sulla carta si tratti di una sfida decisamente alla portata degli uomini di Giampiero Ventura, la concentrazione degli azzurri deve essere massima perché nel calcio le sorprese sono sempre dietro l'angolo: "Goleada? Non mi piacciono questi annunci, non dobbiamo parlare di quanti goal dobbiamo fare - spiega Gigi Buffon in conferenza stampa -. Per vincere abbiamo bisogno di una grande gara e speriamo di farla".
Alla soglia dei 40 anni, il portierone bianconero inizia a pensare al proprio futuro dopo aver appeso gli scarpini al chiodo: "Pronto per la pensione con Donnarumma in Nazionale e Sczcesny quasi bianconero? Sì, non sono eterno. Ho sempre ragionato per il gruppo - prosegue Gigi -. L'Italia e la Juventus valgono di più dei singoli e di Buffon. Questo momento arriverà e sono tranquillo. Quando smetterò, più che l'allenatore mi piacerebbe fare il commissario tecnico. C'è meno stress e voglio, dopo tanti anni sul campo, fare qualcosa che mi faccia stare più sereno".
Impossibile, però, non tornare su quanto accaduto lo scorso 3 giugno quando i bianconeri sono stati travolti per 4-1 dai Merengues di Zinedine Zidane al Millennium Stadium nella partita più importante della stagione della Juventus: "Nel calcio esistono le vittorie e le sconfitte - precisa il capitano della 'Vecchia Signora' - Sono convinto che dalle sconfitte si impari molto di più che dalle vittorie e per questo fatico ad accettare gli atteggiamenti di chi tifa contro la Juve a prescindere. Sono orgoglioso di non essere come chi ha fatto i caroselli dopo la finale di Cardiff", l’affondo finale.