Dopo l’azzurro Napoli l’azzurro Nazionale. Lorenzo Insigne è chiamato a confermare le grandi cose fatte fin qui in campionato con la maglia dell’Italia e sabato sera torna a San Siro, a un anno esatto dalla notte orribile contro la Svezia che sancì l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale. La sfida è contro il Portogallo: vincere per cancellare parzialmente quello shock sarebbe importantissimo per il calcio italiano: “Cercheremo sempre di dare il massimo - ha commentato l'attaccante -, sappiamo che dare tutto in tre giorni è difficile e che ci conosciamo poco. Ma possiamo assicuravi che diamo l'anima per questa maglia”.
Insigne sta vivendo il suo miglior momento realizzativo in carriera, merito di Carlo Ancelotti e dei suoi accorgimenti tattici: “L’ho incontrato tardi -ammette-. Lui è uno che sa sempre sorridere, è umile e straordinario sia in campo che umanamente. Non si riesce a litigare con lui anche quando ti manda in panchina o ti sostituisce. Cercherò di assorbire tutti i suoi consigli: il mio nuovo ruolo è merito suo, lo ha deciso dopo la gara di Genova con la Sampdoria. Me ne ha parlato e io sono stato felicissimo di seguirlo: mi piace molto stare più vicino alla porta”.
“Lo scudetto? È molto difficile, la Juve ha probabilmente la rosa più completa in Europa, ma di sicuro proveremo a dare fastidio fino alla fine. Ancelotti ci ha dato una grande mentalità, lo si è visto anche in Champions League: in pochi ci pronosticavano in piena corsa per la qualificazione con Liverpool e Paris Saint Germain nel girone”. In Nazionale Insigne ha trovato uno come Ancelotti: “Mancini è molto simile ad Ancelotti a livello di mentalità. Il c.t. ha cambiato qualcosina tecnicamente, e nelle ultime gare si è visto un bel passo in avanti. D'altronde Mancini è un altro abituato da sempre a gestite i grandi giocatori e ci può aiutare moltissimo a crescere”.
Ma il ricordo di Italia-Svezia è ancora vivo e domani sera serve una riscossa: “Ero fiducioso contro la Svezia e ho sempre accettato le scelte dei mister, come ho sempre detto per Ventura. Purtroppo andò male, ma bisogna guardare avanti. Penso che questa Nazionale sia competitiva, ci sono giocatori esperti e giovani che si stanno confermando in campionato. Parecchi di noi giocano la Champions e proviamo a portare la nostra esperienza al gruppo”.
Con i club gli attaccanti italiani vanno bene ma in Nazionale si segna poco: “Ci manca un po' di cattiveria sotto porta, anche da parte mia. Costruiamo molto, facciamo belle azioni. Arriveranno anche i gol, ma non c'è bisogno solo del fisico ma anche di piedi buoni e questo può solo che fare bene alla squadra”.
Sabato non ci sarà Cristiano Ronaldo ma il Portogallo resta la squadra campione d’Europa in carica: “Giochiamo in casa, lo stadio sarà pieno. Arrivare primi non è impossibile, cerchiamo di portare a casa i tre punti”.
Chiusura su Ventura: “Con la Svezia non ero deluso per la mia panchina, sia chiaro, ero distrutto solo per la mancata qualificazione. Io ho sempre accettato le scelte dell'allenatore e c'era fiducia nei ragazzi schierata da Ventura. Prima della Nazionale ha sempre fatto benissimo, non so come sia andata a Verona ma gli faccio un grosso in bocca al lupo”.