Il C.t. Roberto Mancini traccia la rotta per il 2019 della Nazionale. Intervistato dal Corriere dello Sport, il tecnico dell’Italia apre le porte di Coverciano a “vecchi” e giovani: l’importante è essere utili alla causa.
Il 2018 per Mancini è stato positivo: “Diventare Ct della Nazionale era un sogno che si è realizzato. Quando giochi in quella squadra, sai di far parte di un'élite di calciatori importanti. Quando la alleni, sei consapevole di rappresentare il tuo Paese. Sono contento, penso di aver costruito una Nazionale speciale e divertente, sulle tracce di quella delle notti magiche del 1990. Sto lavorando pensando al futuro. Guardo i giovani, li studio, li preparo e li faccio giocare”.
Ma nell’Italia di Mancini non c’è spazio solo per i giovani. Un esempio e Fabio Quagliarella, che a 36 anni suonati continua a segnare e a giocare alla grande: “A marzo iniziano le qualificazioni europee, se sono in difficoltà e continua a segnare uno o due gol a partita come adesso, lo convoco di corsa. Ma Fabio, per questioni anagrafiche, deve sapere che nel lungo periodo non può avere un futuro azzurro”.
Dal vecchio più chiacchierato al giovane Zaniolo: “Lo avevo seguito nell'Under 19, come Tonali. E mi accorsi che aveva delle qualità non comuni per un ragazzo così giovane. Rispetto agli altri, aveva più fisico e qualità. Oggi penso che i fatti mi abbiano dato ragione, è diventato un titolare della Roma. I paragoni con Totti per lo scavino? Questo è il bello e il brutto di Roma, intesa come città. Un giorno è tutto nero, un giorno è tutto bianco. Per me lui non è Totti ma un interno di sinistra o di destra che può realizzare molti gol”.
Spazio anche per il calciatore italiano più discusso, Mario Balotelli: “Io ho fatto il possibile, spero sempre che succeda qualcosa in positivo. Negli ultimi mesi ha dato davvero poco. Tornerà in Nazionale solo se lo merita”.