Nella serata di ieri Roberto Mancini è diventato il 21° commissario tecnico unico nella storia della nazionale italiana (ai 21 ct, si aggiungono le commissioni tecniche e le co-gestioni, per un totale di 52 guide tecniche della nostra selezione), e alle 12 verrà presentato nel Centro Sportivo di Coverciano, andando a prendere ufficialmente possesso della panchina azzurra e succedendo al traghettatore Gigi Di Biagio. Il tecnico dell'U21 tornerà al suo impiego e il Mancio inizierà un contratto che lo porterà fino agli Europei 2020, con la possibilità di rinnovare e restare anche per i Mondiali 2022: un grande nome per l'Italia, ma in tanti si sono chiesti se Roberto Mancini possa essere davvero il nome giusto per la nostra Nazionale. I dubbi riguardo al Mancio ct sono parecchi, e riguardano innanzitutto il suo adattamento alla vita da commissario tecnico: Mancini è abituato al lavoro quotidiano, a rinforzare la rosa col mercato e a costruire il suo gioco su uno-due grandi campioni. In un'Italia che andrà rifondata sia a livello di rosa che di gruppo, non sembra complessivamente il profilo giusto, e poi ci sono anche delle remore riguardo al suo percorso recente.
Dopo lo scudetto in extremis conquistato col Manchester City, seguito alle grandi vittorie con l'Inter e alla sua esplosione da tecnico, Mancini ha infatti incamerato alcune separazioni consensuali al termine della stagione per scarso rendimento e un esonero... e mezzo. Il City lo allontanò dopo la sconfitta in FA Cup contro il Wigan, lo Zenit l'avrebbe esonerato per il 5° posto in campionato (che significa Europa League, e con due preliminari) dopo aver speso circa 90mln sul mercato, ma è arrivata prima la risoluzione consensuale che l'ha liberato per l'Italia: e non dimentichiamoci le esperienze con l'Inter, crollata da dicembre dopo aver guidato (a sorpresa) il campionato fino allo scontro con la Lazio, e con un Galatasaray portato al 2° posto con un calo simile, nonostante avesse in rosa fior di campioni. Insomma, il Mancio recente non convince a livello di risultati, ma si trova in una condizione nella quale fare peggio del suo predecessore è praticamente impossibile: Ventura non ha qualificato l'Italia al Mondiale, snaturando le doti dei giocatori (Insigne mezzala contro la Svezia) e rinunciando ad alcuni di essi, mentre Mancini dovrebbe resettare l'Italia con un 4-3-3/4-2-3-1 che potrebbe valorizzare gli elementi a disposizione. Si ripartirà da lui e da Mario Balotelli, che dovrebbe tornare nei convocati, e si ripartirà dall'Arabia Saudita, prima avversaria della nuova Italia a fine maggio: sui già citati 21 ct, in pochissimi (9) hanno vinto all'esordio, e il Mancio ha una grande chance per ottenere già un buon risultato al via. Basti pensare che, dal 1998 ad oggi, solo Conte ha vinto al debutto da ct: un tecnico su otto, mentre i vari Zoff, Lippi, Donadoni, Prandelli, Ventura e Di Biagio erano usciti sconfitti all'esordio e Trapattoni aveva pareggiato 2-2 contro l'Ungheria. Riuscirà Mancini a iniziare col piede giusto e far ricredere gli scettici? Lo scopriremo da qui a un paio d'anni, o forse già nella Nations' League.