Le prime dichiarazioni, d'ordinanza, sono immediate e servono giusto a presentarsi. Per capire come - e soprattutto se - Conor O'Shea riuscirà a cambiare il rugby italiano, invece, servirà del tempo. Perché al di là di sedersi sulla panchina del XV azzurro per i prossimi quattro anni, il
Quarantasei anni il prossimo 21 ottobre, 35 caps in Nazionale, lasciato il rugby giocato O' Shea ha allenato la sua ex squadra London Irish e poi diretto le Accademie Regionali della Rugby Football Un i on, prima di approdare, nel 2010, agli Harlequins, guidando il XV inglese al primo storico successo in campionato e mettendo in bacheca anche una Challenge Cup ed una coppa anglo-gallese. "Come ho avuto modo di dire quando ho annunciato che avrei lasciato gli Harlequins - attacca O'Shea - ritengo che la fine di questa stagione rappresenti per me il giusto momento per affrontare una nuova sfida. Sono onorato ed eccitato all’idea di lavorare con tutte le componenti del rugby italiano per sviluppare l' indubbio potenziale che l' Italia ha come nazione rugbistica".
"Negli anni Novanta - prosegue il nuovo commissario tecnico degli azzurri - ho affrontato molte volte una grande Italia e so che, da parte della Federazione e dell'attuale gruppo di giocatori, vi sono la volontà e la capacità per fare sì che questa squadra diventi la più forte Italia di tutti i tempi. Ma questo rigua rda il futuro". "Oggi, per me - conclude O'Shea - c'è un lavoro di da finire con gli Harlequins per chiudere la stagione al meglio e, se possibile, portare un altro po' di metallo nella Sala dei Trofei di questa grande Società. Saluterò il club allora, non prima".